Il vescovo alla Cooperazione «Stop alle guerre interne»

Monsignor Tisi: se esaminate i vari comparti, i fattori di crisi derivano da scontri dentro la federazione

«La cooperazione è nata sul sogno, di persone hanno messo in gioco soldi e relazioni personali, e che hanno imparato facendo. Dobbiamo recuperare la forza bella della relazione, stimarci e, almeno, non volerci male.

Sarebbe un primo passo, insieme a quello di pensarci con un pò di autocritica». Lo ha detto l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, in un incontro natalizio alla Federazione trentina della cooperazione.

«Nessuna cooperativa si salva da sola - ha aggiunto l’arcivescovo - vi invito a ricercare strategie di rete con altre cooperative. Molte crisi di cooperative sono frutto di autoreferenzialità e di gente che ha pensato che era meglio fare da soli.

Collaborare, fare rete insieme è una strategia vincente: se esaminate i vari comparti, i fattori di crisi derivano da guerre interne». «Serve recuperare senso di appartenenza, spirito di corpo, serve giocare una unica partita.

L’uomo ha bisogno degli altri, ha bisogno di appartenere ad una comunità. Non è un bisogno religioso, è un bisogno umano», ha concluso monsignor Tisi.  

Come augurio per le festività natalizie l'arcivescovo di Trento ha invitato la comunità trentina ad approfondire il senso della felicità. «La ricetta della felicità è tornare alla sobrietà e alla semplicità - ha affermato - dove sobrietà non vuol dire rinunciare a vivere, ma sentire che la vita passa dalle relazioni con gli altri e sentire che quello che hai funziona se lo hai per gli altri e con gli altri; ma se non lo condividi con gli altri, è come non avere niente».

 

 

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