Itea, canoni non pagati per 8 milioni

di Angelo Conte

L’Itea continua ad avere un problema non indifferente: gli inquilini morosi, che non pagano il canone d’affitto. Nel 2015 mancavano all’appello 8,26 milioni di euro di canoni non versati. Sono 1.860 i destinatari di solleciti nel 2015, di cui 161 ex inquilini e il resto inquilini attuali.

È uno dei dati emersi dai lavori del tavolo per la valutazione delle leggi provinciali. Si tratta di un organismo bipartisan in cui siedono esponenti della giunta provinciale, della maggioranza e della minoranza in Consiglio.

Per quanto riguarda l’edilizia abitativa sociale, va ricordato che in Trentino oltre 500 appartamenti all’anno vengono rimessi a disposizione dei cittadini che hanno fatto domanda per un alloggio Itea e il lancio, dopo oltre due d’anni di attesa (era prevista nella finanziaria 2014), del fondo di garanzia per convincere i privati a affittare a canone moderato i propri appartmenti sfitti.

Per il comparto dell’edilizia sociale e agevolata della Provincia si prepara una nuova fase dopo la conclusione del piano decennale 2007-2016 in cui i risultati raggiunti sono stati inferiori a quelli annunciati. Rispetto ai 9.000 appartamenti che si riteneva di mettere a disposizione, Itea, soprattutto a causa della crisi economica iniziata nel 2008, infatti si è arrivati poco sopra quota 4.100. E a causa di risorse pubbliche ridotte da patti di stabilità e minori entrate fiscali, le nuove costruzioni destinate all’edilizia pubblica sono state inferiori al previsto.

Le conclusioni sull’esito del piano partito nel 2007 e che terminerà quest’anno evidenziano luci e ombre. A partire dal fatto che a fronte dei 9.000 alloggi promessi, ne sono stati messi a disposizione, fino al 2015 (quindi il dato a fine anno sarà migliore) circa 4.100.

A frenare le realizzazioni è stata anche la crisi con una riduzione di risorse pubbliche da assegnare alle imprese nel caso di realizzazioni dirette, sia riducendo quelle per recuperare gli appartamenti dell’Itea da rinnovare prima di riassegnarli a chi negli anni ne ha fatto domanda. Tanto che le assegnazioni rispetto alle richieste nel 2015, pur migliorando sugli anni precedenti in termini di incidenza percentuale, non arrivano all’8%.

«Ma tra chi ha fatto domanda - spiega l’assessore provinciale all’edilizia pubblica Carlo Daldoss - c’è anche chi ha diritto all’integrazione al canone che paga sul libero mercato, che va fino a 300 euro al mese».

Per poter aumentare la quota di persone che possono avere accesso a un appartamento con un affitto che non sia eccessivo rispetto alle entrate, ecco che Daldoss spiega che ci saranno alcune novità il prossimo anno. «Entro febbraio dovrebbe partire il fondo di garanzia - spiega l’assessore - A breve ci sarà un bando per trovare chi si occupa di fare da garante, e si tratterà di una assicurazione. Con il fondo contiamo di rimettere sul mercato all’inizio un centinaio di appartamenti tra Trento e Rovereto di privati che oggi li tengono sfitti».

Il fondo di garanzia prevede risorse per intervenire nel caso in cui ci siano danni o problemi legati al mancato pagamento dell’affitto.
Ma non basta: «Quest’anno sugli appartamenti di risulta siamo arrivati al pareggio - sottolinea Daldoss - ovvero circa 500 sono stati rimessi in sesto e messi a disposizione, tanti quanti erano stati liberati. Per il futuro puntiamo ad accelerare e a ridurre i tempi per ottenere due obiettivi. Il primo: dare più rapidamente risposta a chi chiede un alloggio Itea. Il secondo: permettere a Itea di incassare più rapidamente risorse che possono essere destinate alla sua attività principale».

Nei prossimi mesi, infine, scaduto il piano 2007-2016 dell’Itea, Daldoss chiarisce che si farà una nuova programmazione «per reperire nuove risorse pubbliche da destinare all’edilizia pubblica».

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