L'incidente mortale a Campodazzo: tre indagati La procura indaga sull'assenza del guard-rail

di Flavia Pedrini

C'è un'inchiesta sul terribile incidente di Campodazzo, costato la vita a Giulia Valentini e Alessandro Conti, precipitati con l'auto nell'Isarco. Il fascicolo è per omicidio colposo plurimo e lesioni personali e nel registro degli indagati ci sono tre nomi: quello del sindaco del Comune di Fiè allo Sciliar, Othmar Stampfer, del presidente dell'associazione agraria che si occupa della gestione della strada e del progettista dei lavori di messa in sicurezza effettuati nel 2009.

Intanto è arrivato il nulla osta per la sepoltura della ragazza di Piné.

L'incidente mortale si era consumato sabato 19 novembre verso le 23, al termine di una cena con i colleghi di lavoro della Gabrielli&Partner di Predazzo, presso il Maso Wasserer a Novale di Fiè allo Sciliar. La comitiva - divisa su quattro macchine - era partita da poco lungo la stradina stretta e ripida che porta alla statale del Brennero. Giulia Valentini procedeva sicuramente piano, come del resto gli altri veicoli. La prima macchina si era infilata sotto il ponte coperto e la seconda, una Bmw, stava facendo lo stesso quando era stata urtata leggermente dalla Ford Fiesta guidata da Giulia Valentini, che si trovava dietro. Forse la macchina aveva perso aderenza sul terreno umido ed era scivolata. Forse la giovane non si era resa conto che in quel punto, praticamente buio, c'era una curva per imboccare il ponte. Certo è che l'auto era precipitata. 

Un volo di una decina di metri, al termine del quale la macchina, finita con il muso nel torrente, si era poi ribaltata. Per due dei quattro occupanti, purtroppo, l'abitacolo - invaso dall'acqua - si era trasformato in una trappola mortale.

Da subito familiari e amici avevano denunciato l'assenza di una protezione nel punto in cui la Ford Fiesta è finita nel torrente: «Se ci fosse stato un guardrail non sarebbe successo niente», l'amara constatazione.

E questo sicuramente è uno degli aspetti su cui dovrà fare luce l'inchiesta. La strada appartiene al Comune di Fiè, come aveva confermato all'indomani della tragedia il primo cittadino Stampfer. «Era nata come strada forestale di servizio per alcuni masi, ma una quindicina di anni fa è passata al Comune. Circa 7/8 anni fa (all'epoca dunque il sindaco era Arno Kompatscher, ndr) sono stati fatti dei lavori di messa in sicurezza con il posizionamento anche di guardrail lungo i 5 km della strada». 

Ma nel punto in cui la Fiesta è precipitata non ci sono. «Sono i tecnici che stabiliscono dove vanno messe le barriere», aveva replicato il sindaco, molto scosso per l'accaduto.
Ora sarà l'indagine a dovere chiarire se in quel tratto di strada andasse posizionata o meno una protezione e, semmai, chi avrebbe dovuto provvedervi, visto che secondo la difesa del presidente società dei masi in quel punto c'è un fondo privato.

 

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