Scuola: l'8,7% degli studenti trentini lascia In Alto Adige tasso di abbandono al 13,1%

di Domenico Sartori

In percentuale, il Trentino non sfigura nella classica degli abbandoni scolastici. Con l' 8,7% dei giovani che nel 2015 ha abbandonato prematuramente l'istruzione e la formazione, presenta una situazione di gran lunga migliore della media nazionale (in Italia , il 14,7% dei ragazzi «molla» prima completare il percorso formativo) e delle vicine e ricche Lombardia ( 13,1% ) e Alto Adige ( 13,1% ).

Meglio anche della media del Nord-Est (10,1%). Ma peggio del Veneto (8,1% ) e, per guardare oltre confine, di Tirolo (6,2% ), Ticino (4,3% ) e Baviera (6,2% ). Nell' Unione europea (28 Paesi), la media degli abbandoni è dell' 11%.

C'è stata, negli ultimi anni in Trentino, una positiva tendenza generale alla riduzione del tasso di abbandono scolastico: dal 12,5% del 2008 all' 8,7% dello scorso anno. Ma questa è una tendenza generalizzata: nello stesso periodo, in Alto Adige, si è passati da un preoccupante 21,5% al 13,1% .

Tuttavia, vietato abbassare la guardia. In Trentino, per altro, tra il 2014 ( 8,5% di abbandoni) e il 2015, c'è stato un recupero del fenomeno. Che è sempre, anche di fronte ad un solo caso, il segno di una sconfitta educativa. 

Un fenomeno rilevato anche dal Rapporto sulla situazione economica e sociale del Trentino nel 2015, curato dall' Irvapp (Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche) incardinato nella Fbk (Fondazione Bruno Kessler).

L'istituto diretto da Antonio Schizzerotto , analizzando i tassi di ripetenza e abbandono alle superiori (anche della formazione professionale), ha evidenziato che quasi un terzo ( 30,2% ) degli iscritti al primo anno di corso degli istituti tecnici e dei licei trentini nell'anno scolastico 2007-'08 non è riuscito a raggiungere il diploma nell'arco dei cinque anni previsti dalla legge.

«Questo tasso di irregolarità scolastica» annotano i ricercatori dell'Irvapp «costituisce, in via principale, l'esito dei non trascurabili fenomeni di riprovazione nei quali, soprattutto nei tre anni iniziali del corso degli studi, sono incorsi gli appartenenti alle leva di iscritti alla Itl (istituti tecnici e licei, ndr)».

Circa l'irregolarità nei percorsi, l'Irvapp considera tre problemi: l'inadeguatezza delle scelte scolastiche alla fine delle medie (studenti e famiglie sottostimano le difficoltà dei percorsi di tipo tecnico e liceale); i processi di orientamento scolastico durante le medie; infine, il «ruolo che la scuola potrebbe svolgere per allentare i legami intercorrenti tra il rischio di irregolarità degli studi e le appartenenze sociali degli allievi».

Detto altrimenti: quanto la scuola è inclusiva e aiuta a combattere le diseguaglianze? «Il tema di possibili azioni compensatorie della scuola nei confronti degli studenti provenienti dalle classi sociali inferiori» evidenzia l'Irvapp «si pone, e con relativa maggiore urgenza, anche nel caso della formazione professionale», dove i tassi di ripetenza e abbandono, nei primi tre anni di corso, «risultano, sia pur di poco, più elevati di quelli registrati negli istituti tecnici e nei licei». Certo, il Trentino fa meglio della media del resto del Paese.

E il presidente della Provincia, Ugo Rossi , l'ha ricordato il mese scorso all'avvio dell'anno scolastico: «L'abbandono scolastico dopo il biennio delle superiori, in Trentino è sotto al 4% , rispetto al 7,8% a livello nazionale». Ma l'Irvapp invita a prestare attenzione al fenomeno, «se non altro per ridurre i costi collettivi derivanti dai fenomeni di dispersione scolastica». E perché anche in Trentino «le origini sociali degli studenti continuano a esercitare non banali influenze sulle scelte e sui destini scolastici e formativi delle persone».

Condizione migratoria, classe sociale e livello di istruzione dei genitori sono determinanti nel modellare i destini formativi, «a partire» dice l'Irvapp «dalla scelta dell'indirizzo scolastico secondario superiore al quale iscriversi».
Nell'ultima seduta, la Giunta provinciale ha stanziato un milione di euro, per il biennio 2017-'18 nell'ambito del Fondo sociale europeo 2014-'20, per finanziare progetti delle scuole che aiutino a contrastare il fallimento formativo precoce e la dispersione scolastica. Risorse a disposizione, attraverso un avviso, di scuole ed enti formativi accreditati.

L'obiettivo dichiarato è contribuire alla riduzione e alla prevenzione della dispersione scolastica e supportare gli studenti in difficoltà, anche dovuta alla presenza di bisogni educativi speciali, per il conseguimento di un titolo di studio conclusivo del primo o del secondo ciclo.

Gli interventi dovranno essere rivolti a studenti con difficoltà o ritardo negli apprendimenti dovuti anche a situazioni di momentanea difficoltà personale o familiare ed a studenti a rischio di insuccesso o di abbandono scolastico.

Laboratori trasversali alle diverse discipline, attività di studio assistito, processi di motivazione dello studente e di costruzione di un rapporto positivo con la scuola, percorsi di apprendimento cooperativo, inclusione degli studenti stranieri in difficoltà... Già lo si fa, le risorse e passione dei docenti possono fare la differenza. Si tratta di intensificare gli interventi.

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