Il Trentino riapre la scuola di Amatrice La ministra Giannini: «Grazie: un miracolo»

Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, con un pizzico d'orgoglio, l'ha definita la scuola dei record

Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, con un pizzico d'orgoglio, l'ha definita la scuola dei record. Perché, innanzitutto, per metterla in piedi, i tecnici e le squadre del Dipartimento trentino della Protezione civile hanno impiegato 11 giorni, anzi, 11 giorni e altrettante notti, come ha spiegato uno dei volontari che hanno lavorato al progetto.

Il nome della nuova scuola è sempre lo stesso, si chiama Romolo Capranica, come quella di Amatrice, in gran parte crollata con la scossa delle 3.36 del 24 agosto scorso. La nuova struttura provvisoria si trova nella frazione di Villa San Cipriano, a poco più di due chilometri dal vecchio edificio scolastico, dove fino al 29 agosto scorso c'era un prato. È composta da 24 moduli prefabbricati, per una superficie complessiva di 420 metri quadrati dove trovano spazio 2 aule per la scuola dell'infanzia, 5 per le elementari, 3 per le medie, 1 sala insegnanti e due moduli per i servizi igienici anche per gli alunni diversamente abili.

Per realizzarla, a tempo di record, è stato compiuto uno scavo di 320 metri cubi depositandone altri 300 di ghiaione e 310 di calcestruzzo. Le armature sono state realizzate impiegando 8.600 chilogrammi di acciaio. Per costruirla, e dotarla di ogni confort, ci sono volute 16.900 ore di lavoro e 148 tra tecnici e operai.

La seconda fase, già avviata, vedrà la costruzione del secondo gruppo di moduli, sempre 24, con 5 aule per una superficie di altri 400 metri quadrati, che dovranno ospitare la scuola secondaria di secondo grado, cioè gli alunni iscritti al liceo scientifico, ma anche una biblioteca e sala insegnanti, una segreteria e altri servizi igienici.

Il nuovo polo didattico di Amatrice, guidato dalla dirigente Maria Rita Pitoni, da oggi ospita 177 alunni e 52 docenti


L'Italia ringrazia il Trentino

È stato, per usare le parole della ministra Giannini, «un mezzo miracolo»: stamattina, le porte della nuova scuola provvisoria di Amatrice si sono aperte per accogliere i ragazzi. Un segno di grande speranza, dopo il terribile sisma che ha piegato la comunità, e che ha visto il Trentino in prima linea nella sua realizzazione.


«Quella di oggi non è un’inaugurazione di una scuola. È l’apertura dell’anno scolastico nel giorno stabilito fin dall’inizio», ha tetto il presidente della Provincia, Ugo Rossi, nel corso della cerimonia di apertura dell’anno scolastico.

«Vuole essere un segnale di disponibilità del Trentino - ha aggiunto - per dire, insieme a Protezione civile e Ministero dell’Istruzione, che, nonostante tutto, è possibile immaginare una ripartenza e pronunciare la parola più importante in questi momenti: la “speranza”. In questo evento drammatico, l’Italia ha saputo dimostrare una grande generosità. Si tratta - ha detto ancora il presidente Rossi - ora di saperla incanalare nel modo giusto, evitare sovrapposizioni, fidandosi delle strutture nazionali. Il Commissario Errani è in questo senso una garanzia di professionalità. Il Trentino e la Provincia Autonoma sono a completa disposizione - conclude - e rendiamo disponibili il nostro know-how e le nostre capacità».



«Sono commossa e felice. Ripartiamo da questa bellissima scuola. Ringrazio chi si è speso per produrre in pochi giorni un mezzo miracolo». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, intervenendo alla cerimonia. «È stato fatto un lavoro straordinario - ha aggiunto il ministro - e il nostro impegno parte da oggi per fare in modo che questa scuola sia la vostra casa e il simbolo della speranza, della voglia di ripartire e di vincere la paura. È un primo passo - ha detto ancora Giannini - da oggi parte anche il lavoro più lungo, quello del commissario Vasco Errani. Amatrice - ha concluso il ministro dell’istruzione - riavrà tutto quello che ha perso».

LE IMMAGINI DELLA SCUOLA

Inaugurata la scuola di Amatrice realizzata dal Trentino


«Venti giorni fa avevamo tutto. Eravamo uno dei borghi più belli d’Italia. Ora non abbiamo più nulla, ma oggi ripartiamo da qui, da questa scuola, perché con essa abbiamo tutto», ha detto il sindaco di Amatri. «Le istituzioni - ha aggiunto - hanno funzionato e questa scuola è il segno che il nostro Paese quando vuole sa fare le cose fatte bene. I nostri bambini dovranno avere la capacità di trasmette solidarietà e amicizia. Loro - ha detto ancora il sindaco di Amatrice - sono la mia speranza. Ai cittadini dico: basta piangere. Schiena dritta e fidiamoci di Curcio ed Errani. Se siamo uniti riavremo tutto quello che abbiamo perso».

 

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