Catania, pestati 4 egiziani Tutti minori, uno è grave

Sono quattro gli egiziani vittime dell'aggressione nel Catanese: si tratta di due sedicenni e due diciassettenni. Uno resta in gravissime condizioni. Si parla di aggressione per futili motivi ma non si può escludere un movente a sfondo razzista.

Sono stati picchiati selvaggiamente con colpi di mazza alla testa e al corpo a San Cono, nel Catanese, per futili motivi da tre italiani che sono stati arrestati.

Altri due suoi connazionali, di 16 e 17 anni, hanno riportato nell'aggressione lesioni giudicate guaribili in 5 giorni.

Tre dei picchiatori sono stati arrestati da carabinieri grazie a un video registrato col telefonino da una delle vittime. 

Il sedicenne è ancora ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale Garibaldi-Nesima di Catania. I medici lo hanno sottoposto a "un intervento di svuotamento ematologico al cranio e si trova in stato di coma farmacologico". Da una recente Tac "si riscontra che l'ematoma è stato completamente rimosso.

Oggi il paziente verrà sottoposto a valutazione neurologica". La prognosi resta riservata. Un'inchiesta è stata aperta dalla Procura di Caltagirone. 

Dei ragazzi inermi che chiedono aiuto, alzano le mani per "arrendersi", mentre un giovane con la mano sinistra tiene una pistola e con la destra una mazza da baseball colorata. Indossa pantaloncini di jeans e una polo blu. Senza esitazione passa al pestaggio, mentre si sentono urla di dolore e in sottofondo la sirena di un'antifurto che suona violenta, come i colpi affondati.

Sono le scene dell'aggressione ai tre minorenni egiziani da parte di tre italiani riprese col cellulare da una delle vittime. Nel filmato, acquisto agli atti dell'inchiesta della Procura di Caltagirone, si vede anche un secondo aggressore, con jeans corti e maglietta rossa, con un mazza in mano correre verso uno dei tre ragazzi.

Secondo i carabinieri, che indagano, l'obiettivo dell'aggressione era uno degli egiziani, ospiti di un centro di accoglienza per migranti minorenni non accompagnati di San Cono: un sedicenne, colpito alla testa con colpi di mazza e col calcio di una pistola, che è in gravissime condizioni.

Gli arrestati da carabinieri del comando provinciale di Catania e della compagnia di Caltagirone sono Antonino Spitale, di 18 anni, e i fratelli Giacomo e Davide Severo, di 32 e 23 anni. In casa di quest'ultimo militari dell'Arma hanno trovato una pistola ad aria compressa che era stata utilizzata per intimidire le tre vittime.

Ad incastrare i due fratelli la ripresa del pestaggio fatta da uno dei minorenni con il suo cellulare, che è stata successivamente visionata dagli investigatori e che ha portato alla loro identificazione.

Le vittime hanno spiegato agli investigatori che il movente era da collegare a contrasti per futili motivi che avevano avuto con alcuni degli arrestati poco prima.

L'aggressione è avvenuta alle 17 di sabato sulla strada che collega San Cono, dove gli egiziani erano stati per la presenza del mercato settimanale, a San Michele di Ganzaria dove i tre sono ospiti del centro di prima accoglienza per minorenni non accompagnati, gestito dalla cooperativa San Francesco, che ospita complessivamente 25 extracomunitari.

Mentre rientravano a piedi, a pochi centinaia di metri dalla struttura dove abitano, i tre extracomunitari sono stati raggiunti da due automobili, con a bordo complessivamente cinque uomini.

Tre di loro sono scesi, uno mostrando anche una pistola, poi risultata giocattolo, e li hanno colpiti ripetutamente con delle mazze da baseball. In particolare si sono accaniti su un 16enne, M. M., colpendolo alla testa anche con il calcio dell'arma. Il minorenne è ricoverato con la prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell'ospedale Garibaldi Nesima di Catania dove è stato sottoposto a un delicato intervento di neurochirurgia per la riduzione di un grosso ematoma al cervello. I tre sono indagati per tentativo di omicidio in concorso, lesioni personali e porto illegale di arme improprie.

Ricerche sono in corso per gli altri due uomini che erano presenti all'aggressione, anche se sono rimasti nella auto. Su disposizione del procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, gli arrestai sono stati condotti in carcere.

 

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