Saldi finiti, spuntano i cappotti Ora si punta all'autunno

Estate sottotono per molti commercianti

di Lorenzo Basso

Si va progressivamente verso la conclusione della stagione dei saldi estivi, iniziati oltre due mesi fa con i primi giorni di giugno. Nelle vetrine di alcuni negozi del centro storico di Trento iniziano infatti a fare capolino i primi prodotti di vago sentore autunnale, mentre, un poco alla volta, il campionario della balla stagione, caratterizzato da colori vivaci e tessuti leggeri, lascia spazio alla collezione dei mesi più freddi. Le facciate delle più diffuse e conosciute catene di abbigliamento, poi, sono addirittura oscurate da grandi fogli di carta, mentre, a serrande chiuse, si lavora alacremente per predisporre gli spazi interni ad accogliere maglioni, calzoni pesanti, giacche e cappotti.

Poco lontano, diverse boutique offrono un assaggio di quella che sarà la moda a venire. Insomma, malgrado ci si trovi nel periodo più caldo dell'anno, parrebbe che una parte degli esercizi commerciali cittadini voglia anticipare il corso delle stagioni, chiudendo velocemente il periodo del cosiddetto «fuori-tutto» (la svendita di fine stagione) per ricominciare daccapo. Eppure, anche in considerazione del fatto che le vendite nell'anno non sono andate bene per tutti, mentre la gente, con le giornate di sole e di caldo torrido, ancora non sembra volerne sapere di abiti invernali, non sono pochi quelli che cercano di prolungare il più possibile i mesi di saldi, potendo contare ancora su una discreta richiesta da parte della popolazione.

«Sebbene i saldi siano iniziati presto quest'anno - ci spiega una giovanissima titolare di una boutique di piazza Lodron, Chiara Franco , ora commerciante dopo un passato come responsabile marketing per una grossa azienda nazionale - le vendite non sono andate proprio benissimo, e la crisi, che in altre zone d'Italia ha lasciato il passo a una flebile ripresa, sembra interessare ancora il Trentino. Per il momento, non ho alcuna intenzione di cambiare la collezione, dato che, a mio avviso, i clienti non hanno ancora nessuna intenzione di comprare capi invernali. Forse qualcosa inizierò a esporre da settembre».

Quello di Franco è un ragionamento condiviso anche da Claudia Dorigatti , commessa responsabile di uno dei negozi storici di Trento, dove si vendono unicamente abiti femminili. «Negli ultimi giorni - dice quest'ultima - la città si è svuotata, e le vendite sono calate. Ma la stagione non è andata benissimo fin dal principio, a causa del ritardo con cui è arrivato il caldo. Ad ogni modo, negli ultimi tempi, forse in ragione della crisi, forse in seguito ad un cambio di tendenza, ho notato un diverso atteggiamento delle clienti, più attente ai tessuti ed ai filati di qualità, e forse meno predisposte a transigere sulla bellezza dell'abito. Del resto, le catene commerciali che hanno invaso il centro storico offrono capi a prezzi irraggiungibili per un piccolo negozio, e la qualità è l'unica strada per continuare a sopravvivere».

Qualche passo più in là, Ida Angeli , commessa di un piccolo negozio d'abbigliamento, sostiene che l'anno in corso, in quanto a vendite, è stato peggiore del 2015, e che, a suo modo di vedere, la crisi pare vedersi più del passato. «Ormai - aggiunge - con gli sconti dedicati ai clienti fissi o le promozioni di metà stagione, la gente trova i saldi praticamente tutto l'anno. Ciò che fa la differenza è invece l'offerta, dato che si cerca sempre più spesso la qualità ad un giusto prezzo». 

Chi invece non lamenta cali nelle vendite, e anzi registra un buon margine di crescita, è Luca Bonfante , responsabile di due esercizi commerciali specializzati negli articoli sportivi in cui vi è già in mostra parte della collezione d'autunno-inverno. «Il 2016 - chiosa - non è iniziato bene per noi, a causa dell'inverno troppo mite. Tuttavia, l'estate è andata decisamente bene, anche grazie al forte afflusso di turisti». 

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