«Un'agorà ideale per la creatività»

«Da mesi la società civile, per voce di direttori, presidenti, associazioni, semplici cittadini lancia idee e proposte "disegnando" la Trento del futuro: noto tanta voglia da parte del tessuto sociale di progettare e ora è tempo che la politica colga questa opportunità, che è anche una risorsa. Mettiamoci, insieme, intorno a un tavolo».
Alessandro Franceschini , architetto e urbanista, sta seguendo il dibattito degli ultimi giorni sulla zona del Santa Chiara ed ex mensa, che potrebbe o dovrebbe diventare una sorta di cittadella della cultura.
«In questi tempi di modernità la cultura ha un ruolo crescente nelle scelte della politica: un volta arrivava molto dopo altri settori, come l'industria o il commercio. Oggi si è capito che far crescere la classe creativa vuol dire aumentare la competitività di un territorio e il posizionamento di una città. In tal senso le idee che sto leggendo sul centro Santa Chiara sono ottime».
Oltre alle idee, anche il luogo è ottimo. «Anche dal punto di vista architettonico si presta perfettamente, configurandosi come una vera e propria agorà. È dentro la città pur essendo leggermente fuori, la forma a ferro di cavallo con il grande parco è l'ideale. Lì si può veramente realizzare un luogo perfetto per facilitare i processi creativi che, non dimentichiamolo, risentono del contesto in cui si svolgono».
Gli spazi sono enormi: oltre a quello che già esiste, dall'Auditorium al Cuminetti, c'è l'ala ex università e l'ex mensa. Non è addirittura troppo grande? «È un problema che non vedo: diversificando si rischia poco o nulla in tal senso. L'importante è che non ci si limiti a mettere all'interno giusto un paio di "oggetti" e poi lasciarle al loro destino. Si possono creare incubatori di idee, hub, spazi di co-working, sedi per le start up, luoghi per la creatività giovanile, dalla grafica all'architettura, che possono contaminarsi».
Esiste qualcosa, in Italia o in Europa, forse a Berlino o Copenaghen, da copiare, imitare o da cui prendere spunto? «Le città del nord Europa lavorano molto su luoghi del genere, ma anche alcune città di medie dimensioni in Italia. Quell'area sarebbe un fantastico esempio di rigenerazione urbana: l'ala è diventata nel tempo da un convento a un ospedale a un'università, e ora avrebbe vita nuove; l'ex mensa, ovvero il vecchio lazzareto, vinse nel 1985 il prestigioso premio Palladio per l'architettura».
Per l'ex mensa una delle proposte di qualche anno fa era di mettere un urban center al piano terra, al primo la sede degli ordini di ingegneri e architetti e nella parte anteriore degli spazi per i giovani. Adesso, con la possibilità, o meglio la volontà di recuperare anche l'ala che ospitava l'università, le carte potrebbero mischiarsi. Le idee, dice la politica, sono ben accette. Chi vuole, quindi, si faccia avanti.

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