Spazio alla cultura al Santa Chiara: c'è il sì di Andreatta

di Matteo Lunelli

«Assolutamente sì. Convintamente sì. Quella è la strada da intraprendere, quella è la proposta giusta, in piena sintonia con l'idea di città che vogliamo portare avanti».
Il sindaco Alessandro Andreatta ha letto con interesse e attenzione l'intervento di Francesco Nardelli, direttore del Centro Santa Chiara . E ha strabuzzato gli occhi, felice. «Nardelli ha chiuso l'articolo parlando di "modesto contributo": quello è invece un contributo di altissimo livello, spero di leggerne a decine di pezzi così. Nella sua sintesi ha fatto un quadro chiaro e veritiero e ha lanciato proposte operative che condivido».


Quindi si farà un polo della cultura nel cuore della città?
«Quello spazio deve diventare un luogo della cultura. Trento è già e vuole diventare sempre più la città della conoscenza, attrattiva con le proprie iniziative per i cittadini di ogni età e per i turisti».
Oggi in quell'area ci sono spazi vuoti: come vanno recuperati?
«Si deve ripartire da quello che c'è, da quello che è pieno, non da quello che è vuoto: quindi lì rimangono la sede del Centro culturale Santa Chiara, del Film Festival della Montagna, del teatro Cuminetti e dell'Auditorium. Ciò vuol dire che ci sono teatro, cinema, musica, arte: intorno e nel perimetro di questa vocazione culturale possiamo inserire altre realtà. Le proposte di Nardelli sono già buone, ma possono essercene altre».
Ad esempio? Ha già delle idee?
«L'architettura va benissimo. Ma anche il design e l'artigianato creativo possono trovare posto. E non voglio dimenticare la musica: lì vicino c'è il conservatorio, quindi possiamo pensare a spazi da utilizzare per la promozione della musica, rivolti a tutti, dai bambini agli anziani. Ribadisco: il perimetro è delineato e dentro possiamo inserire tutto ciò che rientra nel vasto mondo della cultura».
L'ex mensa rientra in questo progetto?
«È uno spazio che deve diventare parte di questo luogo. È una struttura che si presta perfettamente a diventare parte dell'idea».
Riempiendo le mura di progetti e persone non si rischia il degrado.
«Esattamente, siamo d'accordo: per non avere problemi in questo senso dobbiamo fare in modo che quegli spazi non restino vuoti e abbandonati».
Quindi non si può aspettare: ci dia dei tempi.
«Al più presto, ma con un progetto. Bisogna fare in fretta ma bisogna fare bene: quindi ora raccogliamo idee, proposte, opinioni. Poi discutiamone e confrontiamoci. Infine decidiamo e agiamo. Tre semplici passaggi, ognuno dei quali non deve durare più del dovuto».
La cito: "raccogliamo idee e proposte". È un appello?
«Lo è. Auspico altri contributi, mantenendo alto il livello della riflessione. Il Comune di Trento c'è, ed è tutt'orecchi».

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