Qualità della vita delle mamme: in Trentino la situazione ideale

Avere dei figli è un'esperienza bellissima in ogni città e in ogni regione d'Italia. Ma averli, o meglio crescerli, in Trentino Alto Adige è più facile. Soprattutto per chi di crescerli se ne occupa ventiquattro ore al giorno, ovvero, e ci perdoneranno tutti i bravissimi padri trentini, per le mamme. 

Lo dice una ricerca pubblicata dal Sole 24 ore e condotta grazie ai dati dell'Istat da Datatellers, un'agenzia innovativa di data journalism e business intelligence nata nel 2014 e con sede a Bolzano. Mettiamo da parte, per un attimo, gli aspetti più sentimentali legati all'arrivo di un pargolo, ovvero il fatto che sia un dono, una benedizione, un'emozione, e concentriamoci su quelli più concreti. Dimentichiamo per un secondo l'amore e concentriamoci su altre questioni, purtroppo altrettanto fondamentali: i soldi, il tempo, l'ambiente sociale. Una delle spiegazioni per il calo demografico è che avere un bambino è diventato un lusso.

In questo un ruolo fondamentale, dicono le statistiche, lo ha il luogo dove questo bambino vede la luce: in Calabria una nascita segna l'inizio di una sorta di lotta contro un sistema di welfare disincentivante. In Trentino Alto Adige la musica è completamente differente: la nostra regione, infatti, è al top per quanto riguarda il cosiddetto «Mother Index». I ricercatori, prendendo spunto dal noto indice pubblicato annualmente da Save the Children riguardo alla maternità nei Paesi in via di sviluppo, hanno identificato sette fattori di calcolo per un indice italiano rilevati annualmente dall'Istat. 

Le sette voci sono spesa sanitaria delle famiglie, tasso di mortalità infantile, servizi al bambino, abbandono scolastico, reddito familiare, disoccupazione femminile e rischio percepito di criminalità. Per ciascuno è stata creata una classifica regionale, una media nazionale e un ranking complessivo. Il Trentino Alto Adige è risultato al primo posto, insieme a Toscana e Lombardia (agli ultimi posti troviamo Campania, Sicilia e Calabria). Tradotto, in questi luoghi diventare e fare la mamma non è un calvario, una crociata contro la burocrazia, una guerra contro i datori di lavoro.

In regione i punti di forza, tra le varie voci, sono in particolare due, ovvero la sanità e le condizioni economiche. Le mamme possono contare su un servizio sanitario che funziona bene, o almeno molto meglio rispetto alle altre regioni, e su un reddito mediamente più alto. Questo fa sì che possano crescere i propri pargoli con maggiore tranquillità e sicurezza. Buona anche la cosiddetta protezione sociale, ovvero il numero di bambini tra gli zero e i due anni che possono usufruire dei servizi pubblici. Certamente ci sono ancora parecchi aspetti da migliorare, ma il punto di partenza, o almeno la strada intrapresa, sono quelle giuste.

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