Chiamata diretta dei prof, è battaglia politica Dai dirigenti Ok alla legge. molto critica la Uil

Per mettere fine alla «lotteria dei docenti», che un anno sono in una scuola e l'anno dopo in un'altra, il disegno di legge sulla «Buona scuola» rappresenta una soluzione.

Lo sostengono i dirigenti, che si scontrano con le perplessità dei sindacati. Pareri favorevoli e posizioni contrarie sono stati al centro delle consultazioni - partite mercoledì in Quinta Commissione - dei soggetti interessati al disegno di legge 126 proposto dal presidente della giunta provinciale Ugo Rossi per armonizzare la normativa provinciale al provvedimento sulla «Buona scuola» varato a livello nazionale con la legge 107.

«Il ddl è in gran parte condivisibile» ha esordito Alessandra Pasini, presidente dell'Associazione nazionale dei dirigenti per la provincia di Trento. Tuttavia, per i dirigenti, la Provincia avrebbe potuto fare di più, dato che la «chiamata» diretta riguarderà solo docenti rientranti in un «ambito».

«Occorre che ogni scuola possa scegliere i migliori docenti rispetto al contesto specifico del singolo istituto - ha evidenziato, per i dirigenti, Paolo Pendenza - La situazione attuale è paragonabile ad una specie di lotteria, perché i docenti un anno sono in una scuola e l'anno dopo chissà». Si è parlato anche di trilinguismo, percorso - è stato detto - che è in fase di avvio. «È quindi ancora difficile trovare personale idoneo» ha evidenziato Pasini.

Se i dirigenti lamentano l'impossibilità di scegliere anche gli insegnanti a tempo determinato, i sindacati sono su posizioni differenti: la scelta degli insegnanti da assumere, sostengono, andrebbe consentita ai dirigenti solo per l'«organico potenziato» e per progetti specifici, non in tutti i casi.

La Uil Scuola chiede di limitare le possibilità di assunzione (a rischio la libertà di insegnamento perché, è stato detto, quando si è scelti non si è liberi), la Cgil vuole che sia garantito il coinvolgimento in tutte le scelte, in particolare in merito alla valutazione del personale; la Gilda ha preannunciato l'avvio nei prossimi giorni di una raccolta firme a sostegno di quattro referendum sulla «Buona scuola».

Valutazione positiva per la Camera di Commercio, che ha ricordato il registro dell'alternanza scuola-lavoro con la registrazione delle imprese disponibili e degli istituti interessati.

L'Associazione artigiani ha chiesto alla Provincia di tener conto dei costi che l'alternanza scuola-lavoro scaricherebbe sulle aziende (costi accessori, come i trasporti, l'assicurazione degli studenti e la loro formazione per la sicurezza). Anche per Confindustria, che dà un giudizio comunque positivo sulla «Buona scuola», non bisogna ignorare i costi che le imprese dovranno sostenere.

Diverse le posizioni sulla settimana corta: bene per gli albergatori, visto che il fine settimana libero andrebbe «a beneficio del turismo»; contrari gli artigiani, che vorrebbero mantenere le lezioni il sabato.

Le audizioni si sono concluse ieri e lunedì è prevista la discussione generale del disegno di legge, mentre il 16 maggio si passerà all'esame di articoli ed emendamenti.

Seguirà il voto. Ultima tappa dell'iter legislativo sarà nell'aula del consiglio provinciale il 7 giugno.

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