Il grande giorno di don Lauro Tisi Oggi l'ordinazione del nuovo vescovo

di Paolo Micheletto

Grande folla a Trento per l'ordinazione del nuovo arcivescovo, Lauro Tisi, che succede a Luigi Bressan. Molti fedeli, tanti i giovani, per abbracciare il nuovo arcivescovo. Dopo un corteo in piazza Duomo, sul palco allestito accanto alla Porta della Misericordia, hanno preso la parola il sindaco di Trento Alessandro Andreatta e il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi. A loro ha risposto il vescovo eletto con un breve indirizzo di saluto.

È seguita una Messa, con il rito dell'ordinazione episcopale.


LA CERIMONIA

Si affida alla «cara Chiesa di Trento», monsignor Lauro Tisi. E lancia molti messaggi di speranza: «Non dobbiamo avere paura. Non lasciamo entrare in noi il lamento e lo scoraggiamento, non ci manca nulla». Lo ripete più volte, il 122° vescovo di Trento: «Cara Chiesa». In Duomo monsignor Tisi interviene per la prima volta dopo la comunione, poco dopo aver preso il posto di Luigi Bressan, che ha presieduto la messa.

La cattedrale si riempie in fretta, subito dopo l'apertura delle porte, due ore prima dell'inizio della celebrazione. Momenti solenni, anche perché il rito dell'ordinazione episcopale assume un valore storico, visto che per la prima volta un vescovo trentino ordina un prete trentino come suo successore. La presenza di ben 25 vescovi rende ancora più intensa l'atmosfera di un Duomo dove si respira un clima misto di gioia e di solennità. L'ordinazione procede attraverso alcuni passaggi fondamentali: le litanie dei santi con don Tisi prostrato a terra, l'imposizione delle mani da parte del vescovo Bressan e di tutti gli altri 25 vescovi presenti, l'imposizione del libro dei vangeli, la preghiera di Ordinazione.

Seguono i riti «esplicativi»: l'unzione del capo, la consegna dell'evangelario, dell'anello, della mitra e del pastorale, tutti i simboli di sostanza e di immagine di un vescovo. Il pastorale personale di Tisi (dono dei suoi familiari), così come l'anello (con inciso il Cristo e gli apostoli Pietro e Paolo, dono della mamma Irene) e la croce pettorale (donato della sorella Iva e dai fratelli Loris e Valerio) sono contraddistinti, per volere dell'arcivescovo, dalla massima semplicità.
Bressan invita il nuovo pastore Lauro Tisi a sedersi sulla cattedra, e un affettuoso scambio di sguardi tra i due serve soprattutto al secondo per superare un attimo la tensione. Poi arrivano gli abbracci e il bacio di pace prima della professione di fede e il Duomo sembra ritrovare il respiro. Monsignor Tisi non si lascia andare ad annunci sorprendenti e fa soprattutto professione di modestia, quando producde una lunga serie di «grazie»: a papa Francesco («Che con mia grande sorpresa mi ha scelto per essere vescovo della nostra diocesi di Trento»), a monsignor Bressan («Vero discepolo della speranza», ai vescovi di origine trentina, e ai sacerdoti, ai quali annuncia la massima disponibilità: «Conosco la vostra dedizione, le vostre fatiche, le vostre sofferenze. Pregate perché possa prendermi concretamente cura di voi: nessuno sia escluso e nelle ore della prova e della difficoltà possiate trovare la mia porta e il mio cuore pronto ad accogliervi e ad ascoltarvi».

Prosegue spedito l'elenco dei «grazie»: ai diaconi, ai religiosi e alle religiose che «lasciando ogni cosa per amore di Cristo lo seguono come l'unica cosa necessaria», ai seminaristi, ai missionari, «alla mia famiglia e ai miei familiari, alla gente della mia valle, a tutte le donne e gli uomini della nostra terra trentina». Monsignor Tisi non nasconde l'«umiltà» di cercare l'aiuto di tante persone: «Voglio iniziare insieme a voi questo cammino: nessuno si senta escluso, non all'altezza, non necessario; il bene non ha colore e ognuno può esserne protagonista. Ne ho avute tante volte prova e non potrò che averne conferma. Mi affido alla Vergine del silenzio, perché tutta la nostra Chiesa possa come lei accogliere e vivere la Parola nella concretezza di ogni giorno».

L'ordinazione è finita, e monsignor Tisi «ritorna» don Tisi, nel senso che riprende a stringere mani e a salutare persone. Quando esce dalla porta laterale del Duomo si capisce che la giornata gli è piaciuta, che è andata come avrebbe sperato, all'insegna della semplicità. Rilascia una dichiarazione ai microfoni: «Anche oggi mi sono accorto che abbiamo una gran bella comunità - commenta il vescovo - e che abbiamo tanta gente brava e buona.

L'importante è liberare la coscienza di queste qualità, perché a volte ci buttiamo giù». Monsignor Tisi ripete però che le tante aspettative sul suo conto rischiano di diventare «pesanti» e allora aggiunge, rivolto ai fedeli che lo applaudono in piazza Duomo: «Speriamo di non deludervi troppo. Io cercherò di essere il più semplice possibile e di continuare a fare quello che il Signore ci ha insegnato». La giornata ormai è andata, forse è il momento di rilassarsi un po': «Questa mattina nel mio appartamento avevo un po' di paura, poi quando ho visto i giovani mi sono sciolto. È proprio vero che la gente ti fa passare la paura».

 

Il grande giorno è arrivato. Oggi Trento ha un nuovo vescovo: monsignor Lauro Tisi, ordinato al termine di una lunga cerimonia, nella quale non sono mancati i momenti di contatto con la città, soprattutto con i giovani.

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IL MOMENTO DELL'ORDINAZIONE

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LA LETTURA DELLA BOLLA PAPALE

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Il giorno di don Lauro Tisi, nuovo vescovo di Trento

Con i giovani

Saranno un centinaio i ragazzi che accoglieranno alle 14 il vescovo eletto Lauro nel giardino dell’arcivescovado, a pochi passi dalla sede della Curia vescovile in piazza Fiera e dall’abitazione di Tisi, che ha scelto di continuare a vivere nel suo appartamento di via Barbacovi. Ci saranno canti accompagnati da chitarre e preghiere. Due giovani, a nome di tutti, proporranno una sintesi dell’operazione ascolto compiuta in diocesi nelle ultime settimane dal titolo «Se il vescovo Lauro ci chiedesse», un invito a indicare le priorità per la Chiesa trentina e la disponibilità all’impegno da parte di singoli e comunità. I giovani lo accompagneranno quindi in un corteo informale in piazza Duomo, dove alle 14.45 il vescovo si fermerà per ascoltare i saluti del sindaco Alessandro Andreatta e del presidente della Provincia Ugo Rossi.

In Duomo

Dalle 15.30 il rito dell’ordinazione episcopale in Duomo, con diversi momenti chiave: le litanie dei santi con l’eletto prostrato a terra, l’imposizione delle mani da parte del vescovo Bressan e di tutti gli altri 24 vescovi presenti, l’imposizione del libro dei vangeli, la preghiera di Ordinazione. In cattedrale Tisi utilizzerà lo storico pastorale del 1.300 del vescovo Hack, in segno di continuità con la storia della Chiesa locale. Il pastorale personale di Tisi è un dono dei suoi familiari, così come l’anello (con inciso il Cristo e gli apostoli Pietro e Paolo) gli è stato regalato da mamma Irene. La croce pettorale è infine un dono della sorella Iva e dei fratelli Loris e Valerio.
La liturgia sarà animata dal coro della cattedrale, unito per l’occasione ai cori parrocchiali di Giustino e di Spiazzo Rendena e da un gruppo di ottoni. La direzione del coro è affidata al maestro Paolo Delama, all’organo ci saranno Stefano Rattini e Saulo Maestranzi (nipote del vescovo).
Al termine della liturgia monsignor Tisi farà ritorno in piazza Duomo dove, oltre all’abbraccio della gente, riceverà anche un omaggio musicale offerto dal Conservatorio di Trento e in particolare dalla BonportiAnticaEnsemble, formazione corale con strumenti d’epoca rinascimentale: eseguiranno brani di Monteverdi e Gastoldi. A conclusione del pomeriggio di festa, alcuni campanari provenienti da tutta la diocesi, membri della commissione diocesana campane, proporranno un «campanò» facendo risuonare i bronzi della cattedrale: ideale invito al ritorno ai propri «campanili».

La preparazione

Negli ultimi giorni monsignor Tisi è stato in meditazione e preghiera a Villa Moretta, a Pergine. Oggi l’abbraccio con la sua comunità. Prima aveva effettuato gli esercizi spirituali a Grottaferrata (Roma) in compagnia del suo predecessore nel ruolo di vicario di Bressan, monsignor Giuseppe Zadra. «Sono stati giorni che mi hanno aiutato a rasserenarmi», ha dichiarato Tisi in una intervista rilasciata ai microfoni di Trentino in Blu e pubblicata nel numero da collezione di Vita Trentina in edicola in questi giorni. Una intervista molto «umana», nella quale don Tisi ha ripetuto di attendere con un sentimento di «paura» il suo nuovo mandato: «Non ho vergogna a dire che ho paura, sarebbe incosciente assumersi una responsabilità tale senza paura», si legge nell’intervista firmata da Antonella Carlin.

Il personaggio

Monsignor Tisi, 54 anni, è originario di Giustino ed è sempre rimasto molto legato alla val Rendena. Ha frequentato il liceo classico all’Arcivescovile e quindi il Seminario a Trento. È stato ordinato diacono in cattedrale il 18 maggio 1986 e l’anno dopo, il 26 giugno 1987, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale dall’allora arcivescovo Alessandro Maria Gottardi. Nel 2007 è stato nominato vicario: ha «firmato» l’organizzazione delle Unità pastorali.

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