Prof in gita costretti a fare i poliziotti Sotto accusa le direttive del Ministero

Dal controllo dell’usura degli pneumatici alla verifica sulle condizioni di guida del conducente, con un occhio sul tachimetro, per assicurarsi che la velocità del pullman sia adeguata. Non stiamo parlando del manuale del perfetto viaggiatore o del vademecum per autisti e ditte specializzate nei trasporti. No, queste sono alcune direttive contenute in una circolare ministeriale - la numero 674 dello scorso 3 febbraio - in materia di gite scolastiche, che di fatto scarica su dirigenti e docenti la responsabilità di «tenere d’occhio» pure l’autista e valutare le condizioni del mezzo.

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Come se non bastasse la responsabilità di badare a decine di ragazzi. Ma l’idea del «professore poliziotto» come è stata ribattezzata in rete, non piace affatto ai dirigenti, che bollano queste direttive come impraticabili e parlano dell’ennesimo fardello sulle spalle dei docenti. Con l’effetto che, in un quadro internazionale già difficile - basti pensare ai drammatici fatti di Parigi - organizzare gite sarà sempre più difficile.

«Credo che siano direttive di difficile applicabilità - osserva Valentina Zanolla, dirigente del Liceo scientifico Da Vinci - Credo che, per esempio, sia tecnicamente impossibile un controllo della velocità da parte di un docente o della sobrietà dell’autista. Io credo che l’autista debba garantire alla sua azienda di avere un comportamento corretto, mentre sulla strada c’è sempre la polizia stradale che ha cura di fare le verifiche. Ma noi ci affidiamo ad un’azienda». Quanto alle gite «non abbiamo scelto mete “a rischio”, andiamo in Bosnia, nei Balcani, a Strasburgo per esempio; c’è stata una gita a Ginevra e, per ora, nei consigli di classe non sono emerse particolari criticità né difficoltà a trovare accompagnatori. Ma certo non ritengo di caricare i miei docenti di competenze che non gli spettano».

Perplesso anche il dirigente dell’Itt Buonarroti, Paolo Dalvit. «Penso che sia soverchiante, rispetto ai compiti assegnati al docente nell’accompagnamento». Ben venga, dice, l’educazione stradale tra i ragazzi. «Noi attiviamo interventi con i vigili urbani di Trento per fare conoscere ai ragazzi, con uscite mirate, cosa significa gestire la vita stradale della città, magari nelle ore della sera. Altra cosa è quella cui fa riferimento la circolare: in certi casi ci troviamo a fare da centro di convergenza di un caleidoscopio di interessi e iniziative, alcune delle quali sono francamente esterne al mondo della scuola, però ci caricano anche di queste». In tema di trasferte, negli ultimi anni, il numero di giornate di gita al Buonarroti è sceso da 5 a 3, sia per andare incontro all’esigenza delle famiglie sia perché «la ragione di essere del viaggio di istruzione, rispetto a 50 anni fa, è ridotta. I ragazzi, oggi, viaggiano molto di più. E la socializzazione si può realizzare anche in altre forme».

«La normativa precedente - evidenzia Paolo Rasera, dirigente dell’Istituto delle arti - non era più leggera, con implicazioni anche penali e c’era già qualche difficoltà ad accettare l’incarico. Questa è la ciliegina sulla torta. Ma mi chiedo peraltro - aggiunge - quale potere abbia un docente di imporsi su un autista. Dobbiamo fermarci ogni 30 chilometri per fare verifiche? Come sempre c’è una frattura fra chi determina una norma e la sua applicazione».

In materia di gite, archiviate alcune mete più «sensibili», come Parigi o Roma, Rasera evidenzia che «non si può restare impacchettati». Trovare accompagnatori, però, non è semplice: «E questo rischia di essere un ulteriore freno, insieme al panorama internazionale. Peccato, perché questa è una progettazione in cui credo e ritengo che muoversi sia un valore aggiunto».

Non nasconde lo sconcerto per il «vademecum» delle gite anche la vice dirigente del Liceo linguistico Scholl, Roberta Scarpa: «Le agenzie di viaggio garantiscono la serietà del personale. Quando un collega torna dall’uscita dà un feedback, dunque c’è una verifica a posteriori, ma questi controlli non ci spettano. Certo, l’insegnante ha sempre un occhio per tutto, perché i ragazzi ci stanno a cuore, ma non possiamo certo verificare i requisiti dell’autista». I viaggi di istruzione restano in agenda. «Noi ci muoviamo molto in Germania e Inghilterra, perché i viaggi sono finalizzati alla lingua. Ma se dovessimo badare a tutto non ci muoveremmo mai».

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