Rischio valange in Trentino sempre alto. Gli esperti: attenzione sui pendii più ripidi

di Patrizia Todesco

«Il rischio valanghe è sceso da grado 4 a grado 3 ma questo non vuole dire che in quota si può fare quello che si vuole. Grado 4 vuol dire che ci possono essere grosse valanghe spontanee anche sulle strade e sconsigliamo vivamente ogni uscita con ciaspole o sci d’alpinismo. Col grado 3 raccomandiamo massima attenzione perché si possono avere distacchi anche con modici sovraccarichi, soprattutto dove ci sono accumuli dovuti al vento».
 
Lo spiega il nivologo di Meteotrentino Gianluca Tognoni nel giorno in cui due sciatori fuori pista hanno provocato il distacco di una grande valanga in val di Fassa.  
 
Massima attenzione, dunque, senza fidarsi troppo del semplice dato dei centimetri di neve caduta perché il vento ha reso insidiose anche le zone meno colpite dalle precipitazione, come la val di Fassa, ad esempio.
«Bisogna stare molto attenti sui pendii più ripidi, quelli sopra i 1.800 e fuori dal bosco, specie se sono stati interessati da accumuli provocati dal vento. Dove non c’è stato vento c’è un buon assestamento, dove invece c’è stato vento forte ci sono dei problemi. Ci sono aree dove è caduto un metro di neve e si vedono i prati. Questo vuol dire che quella neve è stata sventata altrove e lì si è accumulata», spiega bene Tognoni. 
 
Le precipitazioni sono state abbondanti in tutta la provincia con zone dove si è oltrepassato il metro sopra quota duemila.
Domenica mattina la zona più colpita è stata quella occidentale, quella di Campiglio e del Tonale, e poi nel corso della giornata la perturbazione si è postata verso la zona Orientale, verso il Bondone, Brentonico, gli Altopiani e la zona della Valsugana e del Primiero. Sul Rolle e al passo del Brocon si è arrivati vicini al metro di neve fresca. 
Meno colpite la valle di Fiemme e Fassa dove le precipitazioni sono state leggermente inferiori.
 
Fine delle nevicate? Macché, la settimana potrebbe rivelarci ancora qualche sorpresa, dopo la pausa odierna con il ritorno del sole.
Nella notte tra mercoledì e giovedì è atteso un debole fronte dal Nord che potrebbe portare una lieve nuova imbiancata, ma poco più. Ancora presto, invece, per stabilire l’entità delle precipitazione che potrebbero arrivare nel fine settimana, soprattutto nella giornata di sabato. 
 
Il consiglio, se si decide di effettuare comunque escursioni nonostante il pericolo ancora marcato, è quello di partire ben attrezzati con  Arva, pala e sonda. Una volta sul posto, valutata visibilità temperatura e presenza di vento, per ogni singolo pendio ripido il terreno va sondato con il bastoncino per cercare eventuali strati deboli interni.
 
Col bastoncino va misurata anche la pendenza in quanto, in presenza di una inclinazione superiore ai 30 gradi, bisogna essere certi della stabilità prima di mettersi in cammino. Infine, in caso di passaggio critico inevitabile, va coperta la bocca, il tratto va attraversando passando una persona per volta, il passaggio va attraversato nel punto più alto e più stretto e infine va attraversato nel tratto senza rocce o salti sottostanti.

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