Canzio (Cassazione): inutile e dannoso il reato di immigrazione clandestina

Per perseguire il reato di immigrazione clandestina, "la risposta sul terreno del procedimento penale si è rivelata inutile, inefficace e per alcuni profili dannosa, mentre la sostituzione del reato con un illecito e con sanzioni di tipo amministrativo, fino al più rigoroso provvedimento di espulsione, darebbe risultati concreti". Lo ha sottolineato poco fa a Roma il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2016.

"Il progetto riformatore" messo in campo dal governo e dal Parlamento nel settore penale "sta dando risultati incoraggianti negli uffici di merito", mediante le riforme degli istituti della contumacia, della messa alla prova, della particolare tenuità del fatto, e le misure alternative di deflazione al carcere e "più in generale, del sistema sanzionatorio, in una logica prevalente di prevenzione e di depenalizzazione", ha aggiutno Canzio rilevando, però, che questi effetti positivi non si registrano in Cassazione dove i ricorsi penali di nuova iscrizione (53.539) superano quelli smaltiti (51.702) nonostante il maggior lavoro dei consiglieri (487 sentenze pro capite contro le 477 del 2014).

La pendenza penale ammonta a 35.980 cause e la durata media è di sette mesi e nove giorni (al di sotto della soglia europea). "Irrisorio" il numero delle prescrizioni (677 pari all'1,7% delle definizioni). Altissimo il tasso di inammissibilità (64,2%).

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