«Creare attività per i senza dimora» La proposta dei volontari in strada

«La soluzione in città non può ridursi a una maggiore presenza delle Forze dell'ordine. So che potrebbe sembrare un sogno ma chi vive in strada andrebbe coinvolto in attività con una remunerazione, anche simbolica. Queste persone esistono ed è impensabile che stiano rinchiuse in un angolo». Questa la proposta di Claudio Bertolli, presidente dei «Volontari in strada», l'associazione che sabato sera ha promosso la «Notte dei senza dimora» in piazza Dante.

Una notte in strada per dire no alla povertà e per sensibilizzare la cittadinanza sui problemi di chi vive ai margini della società.

Un'iniziativa che ha visto diverse persone che hanno deciso di dormire all'addiaccio con un sacco a pelo in piazza per esprimere un gesto di solidarietà fortemente simbolico nei confronti di chi ogni notte è costretto a dormire sulle panchine, negli angoli nascosti delle strade oppure stendendosi su scalini con qualche pezzo di cartone e nient'altro. Giovani e meno giovani, qualcuno anche con il proprio cane, per passare del tempo assieme e per far sentire meno solo chi si trova ai margini della società.

Un'iniziativa che rientra nella Settimana dell'accoglienza promossa dal Cnca Trentino Alto Adige e che è stata messa in piedi, come già detto, dai «Volontari in strada», il gruppo di giovani che due serate ogni settimana scendono in piazza per portare tè caldo e cibo ma soprattutto per parlare e per ascoltare chi è senza dimora.

Una serata, quella di sabato, che ha visto fin dall'inizio una partecipazione importante di chi una casa non ce l'ha. Per tutti del tè caldo e una fetta di dolce per poi ritrovarsi a cena. Il tutto con il sottofondo musicale di «I know a place» e dj set Yardie Groove. A essere presente anche un gazebo con alcuni vestiti usati consegnati ai «senza dimora» che ne hanno fatto richiesta.

«Come volontari di strada - ha spiegato il presidente dell'associazione Claudio Bertolli - ci incontriamo ogni lunedì e giovedì per venire poi in piazza. Siamo una ventina di giovani. Troviamo persone che al primo impatto ci chiedono del cibo, ma poi nascono dei rapporti di conoscenza e diventiamo il loro punto di riferimento. È impensabile credere che queste persone non abbiano bisogno di rapporti sociali come tutti».

Piazza Dante, dove si è svolta quest'anno la «Notte dei senza dimora», è uno dei luoghi di Trento maggiormente frequentati da chi, purtroppo, si trova in situazioni di marginalità sociale ed economica. Sono persone perlopiù giovani, che hanno perso il proprio lavoro e che spesso sono cadute in una crisi depressiva che li ha portati sulla strada, allontanati da tutti. Accanto a questi c'è poi chi è arrivato in Trentino alla ricerca di un posto di lavoro e si è ritrovato a ingrassare le file dello spaccio.

«Noi come volontari - ha affermato Bertolli - non chiediamo i dati anagrafici e quindi non possiamo avere una precisa fotografia da dove provengono queste persone. Quello che abbiamo comunque registrato negli ultimi tempi è un forte aumento dei richiedenti asilo».
Persone che scappano dai propri Paesi e che invece di scegliere la via del Mediterraneo decidono di attraversare la via di terra, quella balcanica, che li porta fino in Italia con la speranza di trovare la fortuna. «Sono parecchi - ci ha spiegato il presidente dell'associazione dei Volontari di Strada - e magari ad alcuni è stata rifiutata la richiesta d'asilo: non essendo previsto il rimpatrio forzoso si ritrovano qui senza nulla e sono costretti a dormire e a vivere all'aperto».

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