Pestaggio omofobo: arrestati tre studenti genovesi

Tre studenti genovesi sono stati arrestati per il pestaggio avvenuto in piazza Caricamento a Genova la notte del 14 luglio. Un pestaggio il cui movente deve essere ancora chiarito: mentre una delle due ragazze del branco dice che il barista genovese è stato picchiato perché aveva rivolto un complimento di troppo alla sua amica, uno dei ragazzi arrestato ha ammesso di averlo picchiato «perché era truccato come un frocio».

Quanto successe quella notte è stato rivelato da una delle due ragazze, denunciate per concorso in tentato omicidio. Interrogata dai carabinieri prima ha negato, poi ha confessato. Partendo dal patto del silenzio che i cinque strinsero, pochi giorni dopo il pestaggio, in un bar di Genova. «Di questa vicenda non si deve parlare. Dovete stare zitte, fatevi i c... vostri» ha detto la ragazza ai carabinieri riferendo le parole dei ragazzi che avevano sentito alla televisione di quell’aggressione che sembrava a sfondo omofobo.

La ragazza è stata interrogata per tre volte e alla fine ha raccontato tutto ai carabinieri, a partire dal movente. L’uomo pestato selvaggiamente «ha fatto un commento sulla mia amica prima di salire sull’autobus. Poi lo ha rifatto a bordo. A quel punto - ha detto la ragazza ai carabinieri - uno dei miei amici si è staccato da noi e gli ha dato una testata». Una deposizione che contrasta con quella dell’amico arrestato che nello stesso momento in cui i carabinieri gli mettono le manette ai polsi si giustifica così: «sì l’ho picchiato perché era truccato come un frocio».

Prosegue il racconto della ragazzina: dopo la prima aggressione i cinque se ne vanno verso via Gramsci. Anche la vittima e il suo amico inglese vanno nella stessa direzione e così scatta il secondo pestaggio, più violento del primo. Questa seconda fase sarebbe stata vista anche dal piantone della stazione dei carabinieri della Maddalena che sente delle urla, chiama la pattuglia, ma quando questa arriva non trova nessuno.

Proprio durante la seconda aggressione sarebbe stata pronunciata la frase «che c... guardi, gay di merda» ma la ragazza non ricorda di averla sentita. «Erano i maschi a picchiare - si è difesa -, io e la mia amica cercavamo di calmarli tanto che lei si è presa pure una cinghiata». A usare la cintura dei pantaloni, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stato il più giovane del gruppo, all’epoca dei fatti minorenne.

Per domani è previsto l’interrogatorio di garanzia del ragazzo arrestato a Genova e con ogni probabilità anche di quello fermato a Milano mentre stava andando a ballare. Il terzo ragazzo arrestato, che all’epoca dei fatti era minorenne, è affidato in stato di arresto a una comunità nel centro storico genovese.

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