Itea: dal 2016 lo stop agli alloggi sfitti

di Domenico Sartori

Ha chiesto «un cambio di passo». Cioè che Itea si dia una mossa, in termini di efficienza, nella gestione degli alloggi e nella trasparenza verso l'utenza. E, dopo l'incontro con il consiglio di amministrazione della spa controllata dalla Provincia, l'assessore all'edilizia, Carlo Daldoss, dice: «Mi pare ci sia sintonia». Daldoss ha chiesto prima di tutto che sia risolta la questione degli alloggi di risulta, lasciati dagli inquilini, in certi casi sfitti per anni. Un paradosso, se si considera il bisogno di casa. Sul punto, ha ottenuto una risposta chiara, operativa. Tant'è che il neo presidente di Itea, Salvatore Ghirardini , spiega: «Entro il 2016 saremo in grado di azzerare il numero degli alloggi sfitti. A parte quelli che ogni anno si liberano, sono tra i 350 e i 300, tutti gli altri saranno sistemati e affittati».

Patrimonio di 9.700 alloggi.
«Abbiamo in proprietà 870 immobili, per circa 9.700 alloggi» dice Ghirardini. Ma è realistico che tutte le centinaia gli alloggi di risulta saranno entro il 2016 messi a disposizione di chi ne ha diritto? Il presidente di Itea entra nel merito. «470 alloggi sono già in lavorazione. Sono immobili che sono stati oggetto di sistemazione, o appena sistemati. Alcuni stanno rientrando nella disponibilità, e quindi vengono assegnati mano a mano che sono ultimati i lavori».

Il coinvolgimento delle imprese.
E per i rimanenti quali sono le intenzioni? Ghirardini, il giorno prima dell'incontro con l'assessore Daldoss, ha riunito le sei imprese incaricate da Itea per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili, che si spartiscono 10 zone di competenza sul territorio provinciale (3,5 milioni per zona, un appalto triennale dal 35 milioni di euro, ndr). «Con loro» dice il presidente di Itea «abbiamo raggiunto un patto. Subito, saranno incaricate della sistemazione di 300 alloggi, per rilasciarli al più presto. Ma quello che conta è l'impegno preso con l'assessore: nel 2016 non ci saranno più alloggi di risulta sfitti, a parte quei 250-300 che ciclicamente, ogni anno, si liberano. Numero, quest'ultimo, che è in aumento, e vorremmo capire perché».

Più alloggi e meno spese.
Per azzerare il numero degli alloggi sfitti, serve accelerare negli interventi di ristrutturazione, anche ridimensionandone i costi. «Si tenga conto» spiega il presidente di Itea «che fino ad ora il costo medio di ristrutturazione e messa a norma di un alloggio di risulta era di 25 mila euro. L'idea è ora di spenderne 6-7 mila, limitandosi agli interventi essenziali. Anche se non si prende in mano completamente un alloggio, rinnovando tutto, dalle piastrelle ai sanitari, si può lo stesso garantire qualità abitativa».

Un piano per le ristrutturazioni.
Itea ha spiegato all'assessore che sta approntando un piano decennale di ristrutturazione degli immobili. «Definirà, zona per zona, le priorità. Si partirà dagli immobili più vetusti» dice Ghirardini. Ne ha parlato anche con le imprese della manutenzione. «L'idea» spiega «è di coinvolgerle, una volta sistemati gli alloggi di risulta, negli interventi di riqualificazione e risanamento energetico degli edifici, come quelli del progetto torri». Con quali risorse? «In parte, con il risparmio sugli alloggi di risulta» risponde il presidente di Itea «il resto ce lo dirà la Provincia. Stiamo definendo un'ipotesi di intervento pubblico-privato. Come cda vogliamo chiarire qual sia il sistema di lavori migliore e quali interventi potrebbe essere fatti direttamente dalle imprese, remunerate poi con quanto recuperato dalla riduzione dei costi energetici. Il modello potrebbe essere suddividere in tre i costi: un terzo a carico di Itea, un terzo in capo alle imprese, un terzo alla Provincia».

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