Con l'afa aumenta anche il rischio zecche Già 4 persone ricoverate al Santa Chiara

di Marica Viganò

Federanziani propone un decalogo, i medici fanno appello innanzitutto al buon senso, i meteorologi vengono invocati come gli oracoli nella Grecia classica. Contro il caldo e l'afa c'è poco da fare, nel vero senso della parola: niente sforzi o attività sportive nelle ore più calde, meglio sfruttare il mattino per muoversi e poi rifugiarsi in un luogo fresco con tanta acqua a disposizione. Il problema però non sono solo i colpi di calore o la disidratazione, perché quando l'afa sale aumenta il pericolo zecche. Sono quattro le persone punte che nelle ultime settimane sono dovute ricorrere alle cure dell'ospedale. L'ultimo ricovero alcuni giorni fa. Nessun allarme invece per malori causati dal caldo.
Al pronto soccorso del S. Chiara.

«Siamo in un periodo di iperafflusso, ma non per situazioni legate al caldo, al momento» evidenzia il dottor Claudio Ramponi, primario del pronto soccorso. Bere molto e non uscire nelle ore più calde sono i consigli principali. «Va bene l'acqua del rubinetto: almeno due litri al giorno. Inoltre una dieta ricca di frutta e verdura apporta ulteriore acqua», evidenzia. Il «bollino rosso» per il caldo nella nostra regione sarà il prossimo fine settimana, come indica il Sistema nazionale di previsione allarme per le ondate di calore, un servizio del ministero della Salute.

Zecche, quattro ricoveri.

L'ultimo caso risale ad alcuni giorni fa: al pronto soccorso dell'ospedale di Trento si è presentato un adulto punto da una zecca e con i sintomi di encefalite. «Non abbiamo ancora l'esito dell'indagine epidemiologica, per verificare il luogo in cui si è verificato l'attacco della zecca e le abitudini della persona colpita» spiega la dottoressa Maria Grazia Zuccali, dirigente dell'ufficio Igiene pubblica dell'Azienda sanitaria provinciale. I tre casi precedenti di ricoveri per encefalite da zecca riguardano persone che sono state punte lungo la sponda destra dell'Adige (in un caso a Romagnano) e nelle vicinanze del lago di Santa Giustina. Con un po' di attenzione, ad esempio indossando pantaloni lunghi e calze per passeggiare nel bosco, oppure evitando di appoggiare indumenti e zaini per terra o sui rami degli alberi, il rischio di essere punti è minimo. Se capita, però, è bene non farsi prendere dal panico: non occorre andare in ospedale, perché basta estrarre con cura la zecca e disinfettare la parte. «Dopo la rimozione bisogna osservare la cute per un mese - spiega la dottoressa Zuccali - una delle malattie diffuse dalla zecca è la malattia di Lyme che si presenta come eritema migrante, una chiazza nella pelle anche a distanza dall'area della puntura. Si cura con una terapia antibiotica». Necessario invece il ricovero per l'encefalire da zecca. «Ha una latenza di 10-15 giorni e compare come una forma semi influenzale. È necessario il ricovero, nel reparto malattie infettive».
Sole, afa e grandinate.

La Protezione civile del Trentino ieri ha diffuso un messaggio di allerta per temperature elevate fino a martedì (in città fino a domani 35 gradi, 1 o 2 gradi in più nei giorni successivi) ma con possibili temporali intensi. In montagna aumenta la probabilità di rovesci. «Non possono essere esclusi fenomeni locali anche molto forti, con grandinate e raffiche di vento» evidenzia la Protezione civile.
I consigli di Federanziani.
Consigli medici ma anche «rimedi della nonna» sono contenuti nel decalogo anti-caldo di Federanziani. Viene consigliato di tenere il capo sempre riparato dal sole e di indossare abiti leggeri, larghi e chiari, evitando fibre sintetiche che ostacolano il passaggio dell'aria.

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