Negli asili nido meno spazi e meno educatrici

«Ogni educatrice dovrà seguire un numero maggiore di bambini e i nidi diverranno "magicamente" più capienti: è questo il frutto del lavoro del tavolo tecnico chiamato a ridurre il "costo di produzione a bambino"». A lanciare l'allarme è la Cgil Funzione Pubblica che organizza, per domani alle 16, un presidio in piazza Dante. Al presidente provinciale Ugo Rossi , il sindacato ha inviato una nuova richiesta di incontro, teso soprattutto a fare chiarezza: «Del lavoro del tavolo si hanno infatti solo indiscrezioni».


In Trentino, tra nidi comunali e gestiti da cooperative, c'è una capienza totale di 3.660 posti, nel solo comune di Trento ce ne sono 1.120, 378 a Rovereto, 66 a Mori e 120 a Riva del Garda, 155 a Pergine; ci sono poi strutture di dimensioni minori come Lavis con 82 o Isera con 47. Nei nidi lavorano circa 1.350 persone: questo dato tiene conto non solo delle educatrici ma anche di tutte le altre figure professionali. Le possibili conseguenze della revisione normativa si rifletterebbero infatti in primo luogo sulle educatrici ma, come spiega Regina Bertolini di Fp Cgil: «Il provvedimento andrebbe a incidere sul lavoro di tutti: dalle educatrici a chi serve la merenda».
Entriamo dunque nel dettaglio. Gli spazi interni potrebbero diventare decisamente più affollati a seguito della riduzione della quota di metri quadrati spettanti a ogni bambino. Quanto al rapporto educatore bambino, oggi si prevede 1 educatore ogni 6 bambini fino ai 18 mesi e 1 educatore ogni 9 bambini tra i 18 e i 36 mesi. Le fasce d'età diventerebbero tre: con 1 educatore per 6 bambini fino a 12 mesi, 1 educatore ogni 8 bambini dai 12 ai 24 mesi e 1 educatore ogni 11 bambini dai 24 ai 36 mesi.


Questo a livello di numeri, ma a livello di servizio «evidentemente - spiega Bertolini - si pensa di risparmiare riducendo gli spazi, aumentando le capienze e riducendo il costo del personale. Si dequalifica il servizio, che finirà per ridursi alla mera custodia e assistenza, rinunciando alla componente educativa. A che serve cambiare i titoli di accesso alla professione avendo personale laureato, visto che questo non avrà possibilità di esercitare le proprie competenze? Che senso ha far rientrare i nidi nel piano del trilinguismo, se poi gli operatori potranno garantire solo l'assistenza?» La manifestazione di domani potrebbe movimentare un buon numero di lavoratori e lavoratrici: questo può comportare qualche disservizio? «Non si tratta di uno sciopero ma di un'assemblea; la legge prevede un massimo di 12 ore l'anno per questi fini, di solito però non si raggiunge questo tetto. Le assemblee vanno convocate a fine turno ed ecco il motivo per cui abbiamo organizzato il presidio a partire dalle 16. Certo, ci sono strutture che offrono anche servizi prolungati, ma la sigla sindacale che convoca l'assemblea è tenuta a comunicare per tempo data e ora della stessa e dunque i nidi hanno il tempo di informare i genitori e di organizzarsi senza escludere la chiusura della struttura. Di sicuro va consentito al personale di partecipare all'assemblea».


Quanto ai motivi della mobilitazione, li espone il segretario generale della Fp Cgil Trentino, Giampaolo Mastrogiuseppe : «Ad aprile 2014, in un incontro con la dottoressa Ferrario del dipartimento della conoscenza, si è stabilito di avviare un percorso partecipato per rivisitare la normativa provinciale. A luglio 2014 abbiamo chiesto di essere convocati a seguito della notizia che la commissione incaricata aveva terminato il proprio lavoro; a novembre abbiamo chiesto che venisse reso pubblico il lavoro della commissione. Ancora nulla ci è stato detto».

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