Fa la spesa «gratis» dipendente a processo

Frutta, verdura, affettati, prodotti per gli animali, scatolame e confezioni di doccia schiuma. Avrebbe fatto la «spesa» tutti i giorni, senza però mettere mano al portafoglio

Frutta, verdura, affettati, prodotti per gli animali, scatolame e confezioni di doccia schiuma. Avrebbe fatto la «spesa» tutti i giorni, senza però mettere mano al portafoglio. Questa, almeno, è l’accusa di cui deve rispondere il dipendente di un supermercato del sobborgo, a processo per furto.

L’udienza di ieri è stata rinviata, anche perché risulta pendente la vertenza di lavoro: l’uomo, un 40enne, è stato infatti licenziato, ma la difesa - sostenuta dagli avvocati Sonia Guglielminetti e Mario Murgo - respinge le accuse e assicura che presenterà ricorso contro il provvedimento. I responsabili del negozio, costituiti parte civile attraverso l’avvocato Nicola Stolfi, non si sono opposti al rinvio, ma auspicano una risoluzione della vicenda senza che si debba arrivare - sottolineano - ad una condanna. Sotto accusa, come detto, è finito il dipendente del negozio di alimentari, impiegato presso il reparto macelleria.

Secondo quanto ricostruito dall’accusa l’uomo avrebbe sottratto i prodotti dagli scaffali o se li sarebbe fatti consegnare da altri colleghi, senza che questo fosse legato ad esigenze del proprio reparto. In questo modo, sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe sottratto 300-400 euro di merce ogni mese, arrivando a causare un danno di circa 4.800 euro. Somma che ora l’azienda chiede venga restituita. Ma a questa vanno aggiunti altri 2000 euro, corrispondenti al danno economico arrecato al negozio dalla necessità di fare «sorvegliare» il dipendente infedele da altri colleghi, che dunque avrebbero distolto energie dal lavoro.

Stanchi dei continui ammanchi di merce e insospettiti dal comportamento del macellaio, infatti, i responsabili del punto vendita avevano deciso di avviare una sorta di controllo «interno», oltre che grazie all’ausilio delle telecamere, chiedendo anche aiuto ai colleghi di lavoro, che peraltro male avrebbero sopportato le quotidiane razzie di prodotti da parte del quarantenne. Ma l’imputato, che ricopre anche un incarico sindacale, respinge in toto le accuse e si dice certo di potere dimostrare di essere estraneo alle contestazioni. La difesa chiarisce in particolare che i prodotti prelevati dagli scaffali o chiesti ad altri colleghi servivano per preparare una serie di prodotti di gastronomia. Una spiegazione che risulta meno plausibile per quanto riguarderebbe il presunto furto di prodotti per gli animali o di detergenti. Ma la difesa assicura di essere pronta a chiarire anche questo aspetto, convinta che l’uomo sia invece vittima di un clima ostile nei suoi confronti. Ora, come detto, sarà un giudice a doversi pronunciare.

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