Monsignor Bressan: «Nella sanità, più attenzione alla persona»

Trasparenza: è la parola d'ordine che si danno gli ospedali cattolici. Per questo monsignor Luigi Bressan, arcivescovo di Trento e presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute, intervenendo ad un convegno della Cei, ha invitato a ricorrere alla consulenza di «società esterne per la verifica della gestione». «Prima la persona, poi la malattia», ha detto il presule richiamando la misericordia cui invita il Papa «nel documento che indice l'Anno giubilare. In Italia esiste un sistema sanitario nazionale, ma il nostro compito di cristiani è insistere presso le autorità affinchè si provveda a colmare le lacune esistenti».

La sanità cattolica è in «una fase di trasformazione importante» e occorre «uscire dalla autoreferenzialità», ha sottolineato il direttore generale del Policlinico universitario A. Gemelli, Enrico Zampedri. Il nuovo modello organizzativo vede come primo atto la Fondazione e «una delega piena alla struttura manageriale con metodi anche propri di una struttura profit con obiettivi chiari e misurabili», ha riferito Zampedri. Parlando dell'ospedale romano, il rettore dell'Università Cattolica, Franco Anelli, ha sottolineato che l'obiettivo di padre Gemelli era fare «un'opera dell'umanesimo, non si voleva un luogo di potere nè un luogo di imprenditoria sanitaria» e dunque occorre procedere in questa direzione.

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