Fisco, conto da 875 mila euro Marito e moglie nei guai

Il debito maturato con il fisco è di quelli a sei cifre. Ma un imprenditore della Rotaliana non si sarebbe limitato ad evadere le imposte, ma avrebbe anche cercato di mettere i propri beni al riparo, evitando così che potessero finire nelle mani dell’erario con la complicità della moglie.

Nel mirino della magistratura una coppia trentina, accusata di concorso in falso ideologico in atto pubblico e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. La procura ha chiesto per entrambi il rinvio a giudizio: a questo punto spetterà al giudice dell’udienza preliminare valutare se le contestazioni siano o meno fondate. I fatti oggetto del procedimento penale risalgono all’estate 2010. Secondo quanto ricostruito dall’accusa l’imprenditore, per parecchi anni - addirittura dal 1992 al 2006 - avrebbe omesso di pagare una serie di imposte: Iva, Irap, Irpef, Ilor e Irpeg.

Il conto presentato all’uomo dall’Agenzia delle entrate è di quelli da capogiro: oltre 875 mila euro. Un sostanzioso debito maturato con l’erario di cui l’imprenditore, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato ben consapevole, viste le molteplici cartelle esattoriali ricevute. Non ultima quella della primavera 2010. Proprio per questo motivo, al fine di evitare che eventuali proprietà finissero nelle mani del fisco, l’imprenditore avrebbe donato alla moglie, in regime di separazione di beni, un immobile ereditato da un’anziana zia, morta un paio di anni prima. Una casa del valore di 336 mila euro, per la quale l’imprenditore - secondo l’accusa - non avrebbe nemmeno effettuato denuncia di successione. Non solo. La coppia avrebbe falsamente dichiarato al notaio di avere invece provveduto a comunicare la successione alla competente Agenzia delle entrate di Milano, dove si trova l’immobile ereditato. Nell’ambito dell’inchiesta, dove Equitalia spa risulta parte offesa, la procura ha anche ottenuto un sequestro dell’immobile a garanzia del credito vantato dall’erario.

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