Telefono rovente all'hotel Nevada dopo l'attacco di Salvini sui profughi

Il caso dell'Hotel Nevada, già travolto da una marea di insulti e minacce dopo l'attacco via Facebook del leader del Carroccio Matteo Salvini, che in un post ironizzava sulla disponibilità dell'albergatore ad accogliere i profughi, approda addirittura nel televisivo di Daria Bignardi, su La7.

L'eurodeputato Salvini, ospite delle «Invasioni barbariche», ha infatti citato la vicenda trentina come un esempio delle cattive politiche in tema di immigrazione. Non c'è davvero pace per il titolare dell'hotel Nevada, Luca Lorenzi, che di tutta questa notorietà avrebbe fatto volentieri a meno. Soprattutto perché, dopo la pubblicazione del post di Salvini, che riportava anche il numero di telefono dell'hotel, ha la cornetta bollente.

Centinaia le chiamate ricevute, condite da offese e minacce, come dimostra il piccolo «campionario» ascoltabile nel video qui sotto. Per questo l'albergatore ha intimato formalmente a Salvini di rimuovere il post. «Mi sono rivolto all'avvocato Nicola Canestrini, che è già finito nel mirino di Salvini (qualche settimana fa il leghista lo aveva attaccato perché difende un pakistano espulso d'urgenza dopo gli attacchi terroristici di Parigi, ma ha dovuto rimuovere il post dopo la diffida ndr). Anche oggi ho ricevuto telefonate con insulti e minacce, mi dicono di vergognarmi perché volevo ospitare i profughi. Ma io ho sempre detto che sono pronto ad accogliere tutti, anche i pensionati. Comunque devo dire che ho ricevuto anche molti attestati di solidarietà. Ora - spiega - la cosa importante è che tolga quel post da Facebook, perché quello mi ha ammazzato. Mi ha fatto un danno economico e sono costretto ad anticipare la chiusura». 

Salvini, dopo il polverone scatenato, è intervenuto ad una conferenza stampa del Carroccio per chiarire di non avercela con l'albergo, ma con lo Stato e la Provincia.
Eppure, anche mercoledì sera, ospite dalla Bignardi, ha nuovamente citato l'hotel trentino.

Durante un confronto con Lella Costa, attrice impegnata in campo sociale e civile e vicina ai valori della sinistra, Salvini ha detto: «Sull'immigrazione, le politiche di chi in politica la pensa come lei, secondo me alimentano il razzismo e lo scontro sociale. L'Australia che è un paese civile, nato sull'immigrazione ha appena approvato una legge durissima, anche per i richiedenti asilo. Questo è un Paese civile, non quello di Mare nostrum, di Renzi, Alfano. Arrivi e ti mando in albergo sul Monte Bondone».

Ma in Bondone, come è noto, i rifugiati non sono mai arrivati. «Ieri - ha poi spiegato - un albergatore si è lamentato perché ho messo su Facebook l'indirizzo pubblico, di un albergo pubblico, hotel Nevada, che dice di avere posto per 50 immigrati».

E quando la conduttrice gli ha chiesto conto delle lamentele, Salvini non l'ha raccontata proprio giusta: «Si è lamentato perché lo ha chiamato la gente dicendo: "Allora voglio venirci anche io, non sono un richiedente asilo, sono un disoccupato italiano e mi farebbe piacere fare una settimana sul Monte Bondone».

Nessun accenno agli insulti e alle minacce «scatenate» dal suo post e che sono alla base della diffida a togliere i dati identificativi. Un ultimatum scaduto alle 20 di ieri. Ora l'albergatore dovrò decidere cosa fare: «Ma io non ho la potenza economica per farmi giustizia contro un politico». E oltre al danno, pure la beffa: «Io l'avevo anche votato (Salvini, ndr), bel ringraziamento».

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