Borgonovo Re «Punti nascita, a Bolzano uniti noi no. Sul Not aperte tutte le opzioni»

di Luisa Maria Patruno

Il 2015 sarà un anno di decisioni delicate e importanti per la sanità trentina a cominciare dalla questione del bando del Not (Nuovo ospedale di Trento) sul quale la giunta si esprimerà entro gennaio insieme al futuro dei punti nascita degli ospedali periferici su cui l'assessora provinciale alla salute, Donata Borgonovo Re, si augura si arrivi a una decisione entro marzo.


Borgonovo Re, il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher nella conferenza stampa di fine anno ha confermato di voler chiudere i punti nascita di periferia anche se farà perdere voti. È determinato a portare avanti la riforma sanitaria. Voi no, perché?
Loro hanno fatto un percorso più radicale che è stato possibile per la forte coesione che c'è in giunta provinciale, coesione che noi non abbiamo. Mi sento spesso con l'assessora alla sanità Stocker e lei mi conferma di avere questa compattezza alle spalle. Su molte cose comunque loro sono più indietro di noi nella riorganizzazione del servizio sanitario provinciale.


Rinviare la questione dei punti nascita non è una soluzione. Quando e come deciderete?
Noi abbiamo bisogno di costruire in giunta la coesione su alcune scelte, come appunto il tema caldo del nuovo assetto della rete di assistenza alle nascite. Mi auguro che si riesca a decidere entro i primi tre mesi del 2015. L'accordo Stato-Regioni prevede il rispetto degli standard condivisi entro il 2016.


Sempre in Alto Adige un direttore sanitario ha scritto alla procura della Repubblica declinando ogni responsabilità per eventuali problemi durante i parti in ospedali periferici che non rispettano di standard di sicurezza. Anche in Trentino qualche operatore ha sollevato la questione?
Noi, proprio per evitare questo problema, con l'Azienda sanitaria, come è noto, abbiamo trovato una soluzione tampone, garantendo la presenza di un anestesista e un ginecologo durante i parti in attesa che si prenda una decisione definitiva sui punti nascita.


Cosa avete deciso di fare con il bando per il Not dopo la sentenza del Consiglio di Stato?
Gli uffici hanno redatto un documento con tutte le varie opzioni che abbiamo e i relativi pro e contro. Entro gennaio la giunta dovrà scegliere.


Qual è la sua proposta?
È una discussione che dovremo affrontare in giunta. C'è da decidere se basta rinominare una nuova commissione e andare avanti con una valutazione delle 4 imprese partecipanti con lo stesso progetto; oppure chiedere offerte tecniche ed economiche rinnovate in base a nostre nuove esigenze, oppure ancora chiudere tutta questa procedura e ripartire con un nuovo bando. L'unica cosa certa è che il nuovo ospedale lo dobbiamo realizzare, sul come non abbiamo ancora una sicurezza.


Il 2015 si preannuncia come un anno particolarmente impegnativo per la sanità trentina. Ci sono varie questioni aperte.
Direi che ci sono partite importanti e anche stimolanti: penso al tavolo con i medici con i quali cercheremo un accordo sulla riorganizzazione della sanità; poi c'è la medicina territoriale da fare partire; e il tavolo con l'Upipa sull'organizzazione delle case di riposo. Inoltre vorrei partire con la definizione del piano per le demenze ma senza dimenticare una rete di servizi per l'infanzia perché senza i bambini non c'è futuro. Poi naturalmente c'è l'approvazione del Piano per la salute per il quale siamo in attesa dei suggerimenti e dei contributi degli operatori e i tecnici sul sito della Provincia.


Il Piano per la salute non sta interessando gli addetti ai lavori?
Fino ad ora abbiamo avuto pochi accessi al sito e nessun documento significativo. Vorrei per questo fare un appello ad operatori ed operatrici a darci il loro contributo. C'è tempo fino a fine gennaio.

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