Primo tiro alle medie, poi si prende il vizio

Malgrado il moltiplicarsi delle campagne informative sui pericoli dovuti al fumo, circa un quarto della popolazione trentina è ancora dedita al tabagismo, mentre solo il 15% di chi prova smettere vi riesce. Per di più, come avviene nel resto d'Italia, anche sul nostro territorio il vizio della sigaretta, che si instaura spesso in età adolescenziale, è diffuso soprattutto tra le persone con bassa scolarizzazione e in difficoltà economiche, difficilmente raggiungibili dalle misure di prevenzione e contrasto messe in campo da azienda sanitaria e associazioni mediche

di Lorenzo Basso

marijuana fumo cannabisTRENTO - Malgrado il moltiplicarsi delle campagne informative sui pericoli dovuti al fumo, circa un quarto della popolazione trentina è ancora dedita al tabagismo, mentre solo il 15% di chi prova smettere vi riesce. Per di più, come avviene nel resto d'Italia, anche sul nostro territorio il vizio della sigaretta, che si instaura spesso in età adolescenziale, è diffuso soprattutto tra le persone con bassa scolarizzazione e in difficoltà economiche, difficilmente raggiungibili dalle misure di prevenzione e contrasto messe in campo da azienda sanitaria e associazioni mediche.

 

Il dato, che dimostra quanto il fumo sia indice di una crescente disuguaglianza sociale, è emerso nella mattina di ieri, in occasione della presentazione della Giornata mondiale senza tabacco promossa dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) e prevista per il prossimo 31 maggio. Parte di una ricerca effettuata dall'Osservatorio provinciale per la salute sull'abitudine al fumo in Trentino, l'indicazione relativa al livello d'istruzione degli amanti del tabacco è stata ricavata sulla base di alcune informazioni statistiche rilevate lo scorso anno.


«Ad oggi - ha specificato Mario Cristofolini, presidente della Lilt del Trentino ed ex primario del reparto di dermatologia di Trento - il fumo rappresenta ancora una delle più diffuse cause di morte al mondo, mentre il tabacco è l'unico prodotto legalmente in commercio che uccide la metà dei consumatori. Consapevoli della difficoltà di avvicinare gli adulti, il nostro intento è quello di arrivare a sensibilizzare in particolare modo i ragazzi, perché chi inizia a fumare prova la prima sigaretta tra i 10 ed i 14 anni».


Stando ai divulgati ieri, sebbene in Trentino il vizio sia leggermente meno diffuso rispetto al resto d'Italia, i fumatori locali si aggirerebbero sulle 90mila unità. In maggioranza si tratterebbe di uomini (poco meno di uno su tre) in età compresa tra i 18 ed i 34 anni. A questi, si aggiungerebbe circa un 23% della popolazione che ha fatto uso abitualmente di sigarette, mentre la maggior parte, circa il 52%, non ha mai fumato oppure ha smesso in modo definitivo. Nei giovani, tra i quali l'abitudine è più diffusa, sono stati registrati dati allarmanti: il 3% degli undicenni dichiarerebbe già di fumare abitualmente, e la percentuale sembrerebbe aumentare con il crescere dell'età, fino a raggiungere il 12% nei ragazzi di quindici anni.


Per quanto riguarda gli anziani, invece, i dati parlano di un calo di dediti al tabacco tra i 60 ed i 65 anni, dovuto alle prime complicazioni ascrivibili al fumo o ad altri fattori. In effetti, dato che il tabacco è considerato causa di malattie polmonari, cardiovascolari, tumori e diabete, la presenza di una patologia pare favorire la decisione di smettere di fumare.


«Smettere di fumare - ha aggiunto Roberto Pancheri, direttore del Centro antifumo di Trento - non è una cosa semplice, anzi: vi sono più ricadute tra i fumatori che tra gli alcolisti. Per questa ragione, e aumentare le probabilità di successo, è opportuno farsi aiutare da professionisti ed esperti».
Al fine di sostenere i fumatori a liberarsi da un vizio nocivo, la Lilt di Trento (C.so 3 Novembre, 134) ha indetto una giornata di porte aperte per il prossimo sabato, offrendo un servizio di consulenza gratuita in tema di tabagismo. Al contempo, prenderà il via una campagna informativa nelle scuole, organizzata in collaborazione con l'Assessorato alla sanità e con la società sportiva Aquila Basket. Per maggiori informazioni: 0461.922733.

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