Trentina ad Harvard In cattedra a 35 anni

Da Tione al Massachusetts (Stati Uniti), dalle aule della facoltà di Economia (in via Inama a Trento) a quelle di Harvard: in aula non da studentessa ma da docente. Dal Trentino all'America senza passare dal via, ma non è merito di un tiro di dadi. Francesca Gino è stata recentemente nominata full professor alla HBS ( Harvard Business School ). Non sappiamo come sarebbe stata la sua carriera se fosse rimasta in Italia. Ciò che è certo è che oggi, a 35 anni, ha una cattedra in una delle più prestigiose università del mondoI tuoi messaggi

di Andrea Tomasi

ginoTIONE - Da Tione al Massachusetts (Stati Uniti), dalle aule della facoltà di Economia (in via Inama a Trento) a quelle di Harvard: in aula non da studentessa ma da docente. Dal Trentino all'America senza passare dal via, ma non è merito di un tiro di dadi.  Francesca Gino  è stata recentemente nominata full professor alla HBS ( Harvard Business School ). Non sappiamo come sarebbe stata la sua carriera se fosse rimasta in Italia. Ciò che è certo è che oggi, a 35 anni, ha una cattedra in una delle più prestigiose università del mondo. Insegna  business administration . Un percorso accademico scintillante, il suo, che suscita ammirazione e - diciamolo! - anche qualche moto di invidia. Sposata con un americano - Greg Burd,  product manager  in una start up chiamata  Basho Technology   -, è madre di un bimbo (Alexander), che proprio ieri ha compiuto un anno;  abita a Cambridge, una cittadina vicina a Boston, sede della HBS.
Professoressa, una vita a stelle e strisce, la sua, difficile da immaginare.
«La mia famiglia (padre medico e mamma casalinga) mi ha sempre sostenuta prima nello studio, poi nel lavoro. Ho un fratello e una sorella, molto vicini a me come età».
Qual è il segreto per entrare dalla porta principale dell'accademia?
«L'impegno, la determinazione e l'aiuto di persone che investono sulle potenzialità di una persona. Io sono stata una persona molto fortunata. Durante gli anni universitari a Trento, Enrico Zaninotto (docente di economia e gestione delle imprese e preside di Economia all'Università di Trento, ndr) mi aveva dedicato molto tempo per aiutarmi a diventare un'attenta e scrupolosa ricercatrice. Ad Harvard, ho incontrato dei  mentors  pazienti e molto disponibili. In questo modo ho potuto proseguire il mio percorso di crescita professionale».
Lungo percorso accademico?
«Ho frequentato il liceo scientifico di Tione. Poi mi sono laureata in Economia e Commercio all'Università di Trento. Fondamentale è stata  la formazione del professor Zaninotto. Ho poi iniziato un dottorato di ricerca alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. All'inizio del secondo anno di studi, sono andata a Harvard per frequentare un po' di corsi all'estero. L'intenzione era di rimanere per un anno. Ma di fatto non sono piu' tornata in Italia. Sono rimasta per i due anni successivi: ho completato il mio dottorato sotto la guida di una commissione fatta di docenti del Sant'Anna e della Harvard Business School. Sono poi rimasta per due anni ad HBS come  post-doc . Nel 2006, sono stata assunta a  Carnegie Mellon University  (Pittsburgh) come  visiting assistant professor  per due anni. Poi, nel 2008, sono stata assunta dalla  North Carolina University  a Chapel Hill. Nel 2010, ho ricevuto offerte da diverse università americane per un eventuale spostamento. Tutto merito del lavoro che avevo svolto fino a quel periodo. Ho deciso di venire a HBS come professore associato. E quest'anno sono stata promossa, e sono ora professore ordinario di  business administration . Faccio parte di un dipartimento chiamato  Negotiations, Organizations and Markets  dove insegno corsi su negoziazione e processi decisionali».
Al giorno d'oggi siamo abituati a parlare di carriere costruite grazie ad amicizie e parentele.
«Una delle cose che mi ha colpito della società americana è che quello che veramente conta per l'avanzamento professionale è il merito. Le relazioni sono ovviamente molto importanti, ma le persone non sono disposte a supportare progetti o idee poco valide. Fare questo (per esempio, raccomandare una persona che poi non lavora con impegno) si ritorce sulla loro reputazione, sia dell'interessato che della persona che lo ha proposto».
Ci sono sempre più giovani (under 30) che progettano e spesso attuano la fuga all'estero. Che ne pensa?
«Quando ero più giovane, mio padre mi ha detto varie cose importanti, ma una in particolare: mi ha consigliato di andare a fare delle esperienze all'estero, per rendermi conto che il mondo è piu' grande dell'Italia e che ogni paese offre diversi punti di vista, verso il percorso professionale e di vita più in generale. Credo che questo sia un bel consiglio per tutti, non solo per me, e non solo per gli Italiani. Infatti, è un consiglio che do ai miei studenti americani. Avere l'opportunità di conoscere culture e modi di vita diversi amplia le nostre prospettive e ci permette di apprezzare le varie realtà».   
Che cosa si sentirebbe di dire ad un ragazzo o ad una ragazza freschi di esame di Maturità?
«Il mio consiglio è semplice: sfruttate le opportunità di viaggiare. E quando si presentano delle difficoltà, superatele senza arrendervi».
Lei tornerà mai a lavorare in Italia?
«Sono felice di essere parte della facoltà di HBS, però è difficile predire il futuro. In ogni caso, sono molto legata a famiglia, colleghi e amici in Italia. Ho ricevuto molto supporto dai colleghi e  mentors  italiani. In futuro, mi piacerebbe poter condividere con loro le esperienze fatte qui».
Di che cosa si occupa esattamente ad Harvard?
«Ho passato i miei anni ad Harvard a studiare psicologia e processi decisionali. Faccio ricerca, insegno e faccio consulenza principalmente su questi temi. Spesso, come persone, vogliamo essere razionali e prendere le migliori decisioni. Ma di fatto, non lo siamo: io studio perché questo succede e come fare, in diversi contesti, a prendere delle decisioni che sono in linea con I nostri obiettivi. Lo scorso marzo ho pubblicato un libro che riassume questi temi. Il titolo originale è " Sidetracked: why our decisions get derailed and how we can stick to the plan ". Il libro è stato tradotto in sei lingue, fra cui l'Italiano. È uscito alla fine dell'estate in Italia, con il titolo " La scelta giusta ". È un testo il cui obiettivo era di spiegare, senza usare un linguaggio troppo accademico, perché così spesso non facciamo scelte giuste e come, tutti noi, possiamo riuscire a raggiungere i nostri obiettivi nella nostra vita personale e professionale. È un libro per tutti. Spero che anche Lei gli possa dare un'occhiata».

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