«Ospedale Santa Chiara ormai a fine corsa»

«La casa non sta bruciando - dice il direttore dell'Azienda sanitaria Luciano Flor parlando dell'ospedale Santa Chiara - ma non dobbiamo aspettare che bruci. Quindi occorre procedere con la massima urgenza ad avviare i lavori per il futuro Not». Parla della struttura di largo Medaglie d'Oro come di un malato terminale il direttore e non nasconde certo i limiti di una struttura che sia lui che il direttore dell'area tecnica, ingegner Giuseppe Comoretto definiscono «a fine corsa, nonostante l'eccellente manutenzione che è stata fatta in questi anni». Eccellente e anche costosa considerato che ogni anno si spendono circa 10 milioni di euro tra manutenzione ordinaria e straordinaria

di Patrizia Todesco

«La casa non sta bruciando - dice il direttore dell'Azienda sanitaria Luciano Flor parlando dell'ospedale Santa Chiara - ma non dobbiamo aspettare che bruci. Quindi occorre procedere con la massima urgenza ad avviare i lavori per il futuro Not».
Parla della struttura di largo Medaglie d'Oro come di un malato terminale il direttore e non nasconde certo i limiti di una struttura che sia lui che il direttore dell'area tecnica, ingegner Giuseppe Comoretto definiscono «a fine corsa, nonostante l'eccellente manutenzione che è stata fatta in questi anni». Eccellente e anche costosa considerato che ogni anno si spendono circa 10 milioni di euro tra manutenzione ordinaria e straordinaria.
 

Direttore Flor, come mai, secondo lei, il dottor Enzo Galligioni, a nome di molti primari, ha esternato proprio in questo momento la sua preoccupazione per le condizioni in cui versa il S. Chiara?
Da un paio di mesi, ogni volta che incontro medici e primari, mi viene chiesto del Not. Probabilmente da un po' di tempo non se ne parla e quando non si sanno le cose nascono le incertezze e i timori. Sulla necessità che venga realizzato il nuovo ospedale non ci sono dubbi. Se ne è iniziato a parlare nel 2000 quando io lavoravo in assessorato, l'assessore era Paola Vicini Conci e ai lavori pubblici c'era Giovanazzi. Poi si è concluso un eccellente scambio dei terreni con lo Stato e nell'ultima legislatura c'è stata una forte accelerazione. Forse i primari si aspettavano di essere chiamati per parlare dell'ospedale del futuro e il silenzio li ha allarmati.
 

È un problema, per lo stato in cui si trova il S. Chiara, attendere fino al 2017 (nella migliore delle ipotesi, ndr) quando il Not sarà concluso?
Al momento noi al S. Chiara stiamo facendo piccoli interventi per il comfort dei pazienti e per rendere a norma alcune aree dell'ospedale dal punto di vista antincendio. Non possiamo nascondere defaillance dell'impianto di condizionamento, dell'impianto elettrico, dell'impianto di riscaldamento. L'impressione è che sul fronte degli impianti l'ospedale senta tutta la sua età. All'epoca in cui è stato realizzato non c'erano tac, risonanze magnetiche e tante altre attrezzature. È come se l'ospedale avesse un motore 1.100 e dovesse viaggiare come un 2 mila.
 

Sul piano della sicurezza, però, mancano le certificazioni, quella antincendio e quella antisismica?
Va subito chiarito che, a meno di una spesa faraonica, l'ospedale S. Chiara non può essere messo a norma antisismica. Per quanto riguarda l'antincendio stiamo procedendo a settori e dove si effettuano i lavori l'area viene messa in regola e dove non siamo a norma abbiamo aumentato alcune misure, come il personale addetto in caso di incendio e le manichette.

comments powered by Disqus