Mensa, o mangiar questa minestra

«Le recenti polemiche - scrive nel suo blog Patrizia Todesco - sui menù e sulle quantità mi hanno fatto però riflettere su un punto. Anche nelle mense, come sempre, ci vorrebbe un po’ di elasticità anche perché il prezzo pieno che viene richiesto a ogni famiglia non è proprio bassissimo. Si parla di 4 euro e 40 a bambino per chi non ha agevolazioni. Considerato che non è possibile offrire la possibilità di scegliere tra due pietanze, di fronte ad un  bimbo che salta a piè pari una portata (soprattutto se è il primo) ci vorrebbe l’accortezza di aumentare la quantità del secondoI tuoi commenti

di Patrizia Todesco

mensaFino ad ora la questione mensa non era mai stata un problema a casa mia. Inevitabile che vi siano giorni in cui i menù piacciono di più e altri in cui piacciono di meno. Questione di gusti. Quando ci sono gnocchi alla romana, ad esempio, la mia piccola impazzisce mentre il maschio rischia di cadere dalla sedia perché li trova addirittura - cito - disgustosi. A quel punto anche la quantità è soggettiva. Per lei non sono mai abbastanza, per lui sempre troppi. Ho sempre pensato che se non mangiano mangeranno o hanno già mangiato.
Le recenti polemiche sui menù e sulle quantità mi hanno fatto però riflettere su un punto. Anche nelle mense, come sempre, ci vorrebbe un po’ di elasticità anche perché il prezzo pieno che viene richiesto a ogni famiglia non è proprio bassissimo. Si parla di 4 euro e 40 a bambino per chi non ha agevolazioni. Considerato che non è possibile offrire la possibilità di scegliere tra due pietanze, di fronte ad un  bimbo che salta a piè pari una portata (soprattutto se è il primo) ci vorrebbe l’accortezza di aumentare la quantità del secondo. È vero che la dietologa ha stabilito le varie grammature per ogni pietanza per consentire pranzi salutari e non eccessivamente calorici, ma è ovvio che se un bimbo non mangia una pietanza tutto il calcolo va a farsi benedire.
Li sento già i commenti di quanti pensano che i bambini oggi siano troppo viziati, che selezionano troppo, che scartano troppi piatti. Da mamma alzo subito le mani: è vero. Tutte noi vorremmo figli che mangiano di tutto: dalla pasta al risotto, dalle verdure al pesce, fino alla frutta. La realtà è che i bimbi (come i grandi peraltro), hanno i loro gusti che si modificano nel tempo ma che difficilmente riusciamo a modificare imponendo loro i nostri menù. Quelli delle scuole, per quanto equilibrati e salutisti, devono ovviamente metter d’accordo tutti. Poco importa se qualcuno la pizza la odia o se il merluzzo è proprio l’unico pesce non gradito.
Sulla qualità del cibo che finisce negli stomaci dei nostri figli mi sento comunque tranquilla per il fatto che in ogni scuola esiste una commissione e dei delegati che puntualmente mangiano insieme ai bambini per testare il cibo. Poi in mensa ci sono anche gli insegnanti e quindi se davvero il cibo dovesse essere scadente o scarso - come qualcuno ha ipotizzato - gli strumenti per segnalare i disservizi ci sono.
Ci sono giornate in cui in mensa, comunque, mangerei volentieri anch’io. Domani, ad esempio, ci sarà la pasta al pesto, il polpettone di tacchino, le zucchine e la verdura. Martedì prossimo, invece, è prevista pastina bio in brodo. E allora passo. La pastina in brodo, anche se bio, la lascio alla cena o a quando sono a casa ko con l’influenza. A pranzo, se permettete, preferisco altro e non biasimo i bambini se alla vista della «brodaglia» dopo quattro ore di scuola storcono il naso. Ma come ripeto, è questione di gusti.

 

I tuoi commenti

comments powered by Disqus