L'Icef mi impedisce di studiare e di sognare

La denuncia di una studentessa sull'Adige: «A settembre sarò senza casa e mi ritroverò davanti ad un bivio: continuare gli studi o interromperli e con essi, tutti i miei sogni» I tuoi commenti

scuola università testDa circa un anno abito a Trento per frequentare la Laurea Magistrale in Conservazione e Gestione dei Beni Culturali. Dopo aver conseguito il diploma di Laurea triennale ho lavorato per due anni, per costituire un modesto fondo di liquidità che mi permettesse di pagarmi gli studi e l'affitto in un'altra città. Inutile spiegare il perché scelsi l'Ateneo di Trento: le classifiche degli Atenei nostrani parlano chiaro e della facoltà di Lettere tridentina ho sempre avuto ottimi giudizi. L'anno scorso ho dovuto fare l'Icef, una cosa nuova che al di fuori di qui non c'è. Seppur con qualche difficoltà pratica, riesco a reperire tutto il necessario. Nonostante io non vivessi più con la mia famiglia e nonostante non fossi più fiscalmente a carico dei miei genitori nella dichiarazione Icef ho dovuto inserire la situazione reddituale di tutti i miei consanguinei; risultato: fascia 5.
 
Inizia l'anno accademico e riesco a trovare lavoro in una pizzeria, ma solo per due mesi. Sottolineo che dai miei genitori non ricevo nessun tipo di aiuto economico (anche se, se potessero, mi aiuterebbero volentieri): mia madre è dipendente statale, mio padre è un artigiano che sta per chiudere la sua attività a causa della crisi; mio fratello, cuoco, disoccupato. La Provicnia (o chi per essa) circa un mese fa ha cambiato le modalità di presentazione dei documenti per l'Icef e non sto a dilungarmi sul travaglio burocratico che ho affrontato per soddisfare queste richieste. Ero convinta, stavolta, di poter rientrare in una fascia idonea alla borsa di studio e al posto alloggio poiché sapevo che la condizione economica della mia famiglia era nettamente peggiorata rispetto all'anno scorso. Invece, con mio profondo stupore, scopro di appartenere alla fascia 8. La mia famiglia a malapena arriva a fine mese e il risultato è passare dalla fascia 5 alla 8! Essere in fascia 8 vuol dire che non ho possibilità di fare domanda per le agevolazioni economiche. Vuol dire che dovrò pagare (e non so come) quasi 2.000 euro di tasse universitarie. A fine agosto mi scadrà il contratto di affitto e dovrò tornare a Milano perché i miei risparmi stanno finendo e qui non riesco a trovare un lavoro. Io non mi sono trasferita qui per rubare o succhiare soldi dagli altri. Io sono qui per studiare. Perché vorrei fare l'insegnante, un giorno, e mi piacerebbe lavorare qui.
 
So benissimo che vengono adottare misure severe per i «furbetti» che cercano di eludere il fisco (d'altronde, io stessa noto che alcuni studenti beneficiari dell'Opera mantengono un tenore di vita del tutto discutibile, nonostante tutto) ma in questo modo ci vanno di mezzo anche persone come la sottoscritta, che da più di un anno non si concede uno svago come andare al cinema o comprarsi un gelato: perché non può permetterselo. L'anno che ho passato qui è stato totalmente un anno di studio (ho dato tutti gli esami che c'erano da dare, più altri 4 esami in sovrannumero) e lavoro (quando c'era). Questa non è una lamentela, d'altronde è stata mia la scelta di venire qui e di conseguenza i sacrifici che faccio, li faccio volentieri. Ma oggi, dopo aver fatto l'Icef, mi sono sentita sminuita e demoralizzata. Mi viene tolta la possibilità di studiare e il sistema che qui viene adottato mi tarpa letteralmente le ali. A chi viene data la borsa di studio? Posso continuare a mandare curricula, posso continuare a cercare lavoro e a tappezzare la città di volantini per offrire ripetizioni e babysitting. Resta solo una sbiadita speranza.
 
A settembre sarò senza casa e mi ritroverò davanti ad un bivio: continuare gli studi o interromperli e con essi, tutti i miei sogni.

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