Fotovoltaico a terra, la Sat frena

La Sat chiede di porre un freno - anzi un divieto - al proliferare di impianti fotovoltaici a terra in aeree agricole e forestali indirizzandone piuttosto la realizzazione in zone già urbanizzate. Il senso della richiesta è quello di tutelare il più possibile una risorsa  delicata come il territorio

La Sat chiede di porre un freno - anzi un divieto - al proliferare di impianti fotovoltaici a terra in aeree agricole e forestali indirizzandone piuttosto la realizzazione in zone già urbanizzate. Il senso della richiesta è quello di tutelare il più possibile una risorsa  delicata come il territorio.
Il consiglio centrale della Sat ha approvato le «Linee guida per l'installazione di pannelli fotovoltaici "a terra"». Il documento affronta prima il complesso quadro normativi che regola la materia, poi il caso di Fondo dove è prevista la realizzazione di un impianto da 400 kWp, per il supporto energetico al Palaghiaccio di Fondo, in località Embriz de Valmora-Gaggio, un'area di particolare pregio ambientale. Il progetto ha destato da parte della sezione locale della Sat forti preoccupazioni di carattere ambientale ed urbanistico. «Lungi dal voler prendere posizione sul fotovoltaico nel suo complesso - si legge nel documento della Sat centrale - il caso di Fondo si presta per approfondire alcune criticità legate specificatamente alla realizzazione di impianti fotovoltaici in aree di interesse silvo-pastorale, i cosiddetti "campi solari". Tali problematiche riguardano il consumo di territorio e l'impatto paesaggistico».
Nel documento la Sat chiede alla Provincia di impegnarsi al fine di limitare e se possibile vietare (con opportuna normativa) il diffondersi di simili impianti nelle aree agricole e forestali, incoraggiandone il posizionamento su aree già urbanizzate. Chiede inoltre che, in caso di parere favorevole all'impianto, l'area interessata venga riportata alla destinazione urbanistica originaria (area agricola o bosco) nel momento di dismissione dell'impianto.  
In sintesi la Sat ritiene «il consumo di suolo un argomento di prioritaria importanza e applica l'orientamento generale di limitazione del consumo di suolo, sulla base di principi e regolamentazioni che tengano conto della preziosità e dell'equilibrio degli ecosistemi, anche all'installazione di pannelli fotovoltaici a terra».
La Sat ricorda infatti come «l'installazione di campi fotovoltaici in ambiente agricolo o forestale comporta il cambiamento di destinazione d'uso del terreno, da area boschiva o agricola ad "area produttiva". Questo passaggio, oltre a privare nell'immediato la comunità di una superficie verde e di libero accesso e a limitarne i servizi ecosistemici (produzione di legname, stoccaggio di carbonio, habitat per la fauna), apre inevitabilmente la strada a successive modifiche dell'area, anche più radicali e irreversibili».

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