Insegnanti precari: «Noi sulla giostra della Pat»

Tutti i precari della scuola su una giostra, manovrata dalla Provincia, costretti a prendersi, l'uno con l'altro, a calci nel sedere. È questa l'immagine a cui si affidano i promotori della protesta di sabato prossimo, indetta - sostenuta dagli Stati Generali della Scuola di Trento (SgSt) - per le 14 in Piazza Dante, non a caso sotto le finestre della giunta di Alberto Pacher, di cui fa parte l'assessore all'istruzione Marta Dalmaso. Tempi duri per l'esecutivo retto dal centro sinistra autonomista, costretto a fare i conti con un bacino elettorale, quello dei docenti, teoricamente vicino sul piano politico, ma sempre più incandescente

di Andrea Tomasi

Tutti i precari della scuola su una giostra, manovrata dalla Provincia, costretti a prendersi, l'uno con l'altro, a calci nel sedere. È questa l'immagine a cui si affidano i promotori della protesta di sabato prossimo, indetta - sostenuta dagli Stati Generali della Scuola di Trento (SgSt) - per le 14 in Piazza Dante, non a caso sotto le finestre della giunta di Alberto Pacher, di cui fa parte l'assessore all'istruzione Marta Dalmaso. Tempi duri per l'esecutivo retto dal centro sinistra autonomista, costretto a fare i conti con un bacino elettorale, quello dei docenti, teoricamente vicino sul piano politico, ma sempre più incandescente. La prova si ha leggendo i blog e i siti internet dedicati alle riforme (in corso e annunciate) del sistema trentino dell'istruzione. In queste settimane fra le insegnanti più attive c'è Elisa Zancan, classe 1981, moglie, madre, in tasca un diploma di liceo socio psico pedagogico, una laurea in Scienze dei beni culturali e anni da precaria. Fa parte del gruppone dei precari di terza fascia. Sabato gli insegnanti protesteranno ma tutti assieme, spiega lei, perchè quella delle «cattedre trentine» è una giungla normativa ed organizzativa.
 

I calci dalla Provincia.
È un caos: «Ci sono i corsi abilitanti, i tirocini formativi, i corsi di laurea, i tirocini speciali. Fanno contente solo le università che li organizzano, che incassano e che poi chiedono anche il conto» spiega Zancan. Un conto che deve essere saldato dalla Provincia: «E lo fa tenendo sotto la sua ala i 600 insegnanti barricati dentro le graduatorie provinciali dal 2007, ma poi tutti gli altri è normale che inizino a farsi sentire, a pretendere un po' di equità e chiarezza». Parla di «rivolta popolare». «E Mamma Provincia cosa fa? Ma certo!... Cerca di disperdere il gruppo che inizia a farsi consistente e lo fa così: frammentandolo e creando fazioni avverse, le une contro le altre. Dà più punteggio agli ordinari, la metà ai precari dello speciale, mette il concorso anche per i posti a tempo determinato (questa è una delle ipotesi tornate in auge con un recente comunicato della Giunta Pacher, ndr)». Insomma si parla di «lotta fra poveri». «Ma noi non cadremo in questo gioco della giostra che, qui da noi volgarmente (scusatemi l'espressione) si chiama "calci-in-culo". I calci provengono dalla Provincia e non ce li daremo di certo tra noi». I precari di terza fascia annunciano che sabato tutti «taglieranno le funi dei seggiolini e cammineranno insieme sotto le finestre del Palazzo per far valere i loro diritti calpestati». Quello delle cattedre trentine è un piccolo-grande universo, conosciuto spesso solo agli addetti ai lavori.
 

Tfa normale e speciale.
Ci sono i tirocinanti del Tfa (il Tirocinio formativo attivo, abilitante come lo era la defunta scuola Ssis): «Sono 150 futuri professori. Il Tfa si concluderà il prossimo giugno e permetterà loro l'iscrizione nelle graduatorie d'istituto in seconda fascia per poter insegnare nella scuola secondaria (questa la promessa fatta dall'assessore Dalmaso)». Ci sono i 600 insegnanti della scuola primaria, inseriti nella terza fascia delle graduatorie d'istituto, in attesa di intraprendere il Tfa speciale: speciale perché rivolto a chi già insegna e perché abbreviato (a livello ministeriale si parla di accesso a scaglioni, sul modello de Tfa ordinario). «Potrebbe partire a giugno per concludersi verso febbraio 2014 e condurre i precari di terza fascia, ormai noti per la loro drammatica e stagnante situazione, alla seconda fascia, conquistando un briciolo di dignità perduta durante questi ultimi 13 anni di lavoro precario».
 

Laureati in Scienze della formazione primaria.
Poi ci sono i circa 80 laureati in Scienze della formazione primaria. «Sono 80 quelli presenti già in seconda fascia - precisa Zancan - mentre quelli che attendono di entrare sono molti di più: almeno 150. Attendono la riapertura delle graduatorie provinciali per titoli, che l'assessore Dalmaso tiene chiuse dal 2007 e che intanto sono già nella seconda fascia d'istituto, ma che avrebbero diritto ad un posto nelle graduatorie provinciali, quelle che danno accesso alle convocazioni di agosto e da cui si attinge per assegnare i tanto ambiti posti di ruolo (circa 30 all'anno). Si stima che l'ultimo insegnante che rientra in questa graduatoria possa prendere la cattedra tra almeno 17 anni».

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