Pollini, per gli allergici è già tempo di disagi

Tempi duri per chi soffre d'allergia. Se in questi giorni avete già iniziato a sfregarvi gli occhi, a starnutire o a sentire quel fastidioso prurito al palato, vi sarete accorti che la primavera sta bussando alle porte e, con essa, anche i pollini più coriacei. In realtà, durante tutto l'anno c'è una fioritura e dunque, potenzialmente, una persona è a rischio dodici mesi su dodici. In questo periodo si stanno, tuttavia, «risvegliando» alcune delle piante più aggressive, come il carpino e la betulla, mentre il nocciolo, che ha iniziato a fiorire a gennaio, ha ormai completato il suo ciclo senza troppi disagi, date le abbondanti nevicate che hanno pulito l'aria

di Stefano Piffer

Tempi duri per chi soffre d'allergia. Se in questi giorni avete già iniziato a sfregarvi gli occhi, a starnutire o a sentire quel fastidioso prurito al palato, vi sarete accorti che la primavera sta bussando alle porte e, con essa, anche i pollini più coriacei.
In realtà, durante tutto l'anno c'è una fioritura e dunque, potenzialmente, una persona è a rischio dodici mesi su dodici. In questo periodo si stanno, tuttavia, «risvegliando» alcune delle piante più aggressive, come il carpino e la betulla, mentre il nocciolo, che ha iniziato a fiorire a gennaio, ha ormai completato il suo ciclo senza troppi disagi, date le abbondanti nevicate che hanno pulito l'aria.
In provincia di Trento soffre di allergie il 25% della popolazione e i dati sono in costante aumento, soprattutto fra i più giovani.
Per dare un'idea dell'evoluzione, è sufficiente notare come, negli anni '80, la percentuale di allergici ai pollini si fermasse solamente al 15.
«I sintomi più frequenti - commenta il dottor  Romano Nardelli , allergologo - sono oculorinite, arrossamento dell'occhio, bruciore, fastidio della luce e riniti. C'è, poi, chi deve patire il classico fenomeno della goccia al naso, con frequenti starnuti, mentre nelle situazioni più fastidiose le allergie interessano non solo le alte vie respiratorie, ma anche quelle basse, con tosse e asma bronchiale».
 L'unica difesa sono gli antistaminici o ci sono alternative?
«I farmaci che sono oggi in commercio sono molto efficaci. Gli antistaminici fanno parte dei farmaci sintomatici, ossia aiutano a controllare i sintomi ma non curano l'infiammazione dovuta all'allergia. Se non bastano, vanno associati ad altri. La panacea per tutti i problemi di allergia è il cortisone e l'uso topico, ossia le nebulizzazioni nel naso o nei bronchi per l'asma, consente di usarne pochi microgrammi direttamente sull'organo bersaglio in modo da ridurre i potenziali effetti collaterali. L'unica arma che può cambiare la storia clinica di questi disturbi è però il vaccino, con una terapia desensibilizzante specifica».
 Cui non ci si può sottoporre, però, quando i sintomi si sono già presentati.
 «Esatto. La terapia va iniziata precocemente, prima della stagione della fioritura, indicativamente da dicembre a marzo al massimo, e il vaccino deve essere somministrato per almeno tre anni di fila per essere efficace».
 In Trentino c'è sempre qualche pianta che fiorisce e quindi una potenziale allergia.
 «Esatto. In provincia c'è l'Istituto Agrario di San Michele che settimanalmente dirama un bollettino con la concentrazione di pollini, quindi esistono calendari molto precisi. In generale, possiamo dire che da noi da gennaio a metà marzo fioriscono alberi come nocciolo, carpino e betulla. Da aprile a giugno tocca alle graminacee, così come da aprile a ottobre c'è la parietaria. Poi in autunno è la volta delle composite, come l'assenzio o l'ambrosia. Senza dimenticare che in alcune zone, come nella Busa, c'è l'olivo che ha pollini fortemente allergizzanti con una sintomatologia significativa».
 E non si è mai al sicuro. L'allergia si può manifestare in qualsiasi momento.
 «E' così. La sintomatologia nell'adulto e nell'anziano al limite può essere meno impattante rispetto al giovane. Possiamo dire che l'allergia si può sviluppare qualora si rimanga a contatto con determinati pollini. Un esempio banale? L'anziana che soffre il cipresso nel momento in cui si espone spesso a questa pianta, andando a trovare il marito al cimitero».

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