TRENTO - Per quella confezione di insalata in cui è stata riscontrata la salmonella, il direttore del supermercato è finito a processo. Ma dopo il dibattimento pure il pm ha chiesto l'assoluzione: i controlli erano stati messi in atto, e lui non era in condizione di intervenire, nella catena di controllo della qualità. Risultato: assoluzione piena.

Questa la sentenza emessa ieri dal giudice Corrado Pascucci. Imputato, il direttore di Penny Market di Riva del Garda. Finito nei guai, appunto, per una confezione di insalata già pronta trovata, in sede di controllo, contaminata da salmonella. In un primo tempo la procura ha valutato sussistente la responsabilità del supermercato. Ma ieri in aula c'è stata occasione per capire come funzionano i controlli. A spiegarlo, i dirigenti della catena, nonché i tecnici esterni. E un primo dato è emerso: le confezioni di insalata, come arrivano nei supermercati vengono messi in vendita. Non c'è manipolazione alcuna. E la salmonella non si può generare dal nulla: significa che la contaminazione era avvenuta a monte, certo non sugli scaffali. «Noi non possiamo fare controlli per ogni lotto - ha spiegato il tecnico - perché i tempi non sono compatibili con quelli della scadenza. Quindi facciamo controlli a campione nell'azienda scelta per la fornitura del prodotto». Controlli la cui prova è stata portata ieri in aula.

«Persino l'azienda produttrice, dopo l'accaduto, non si spiega come sia potuto succedere. Sono stati fatti controlli approfonditi anche dopo quel che è accaduto, e non è stato trovato nulla. Sono risultati negativi persino i tamponi sulle mani dei dipendenti».
Cosa sia accaduto non è chiaro. Quel che però è apparso evidente, è che il direttore nessuna responsabilità poteva avere.