Atti sessuali su disabile, giudizio immediato

La famiglia della donna si costituirà parte civile. Il loro perito ha rilevato un danno biologico del venti per cento. La difesa dell'operatore avrebbe avanzato per ora un'offerta, ritenuta però non congrua. Anche la struttura si è affidata all'avvocato Luca Pontalti per tutelarsi in tutte le sedi

TRENTO - La procura di Trento ha chiesto ed ottenuto il giudizio immediato per l'operatore accusato di avere compiuto pesanti atti sessuali su una disabile psichica ospite della struttura in cui l'uomo lavorava. Gli inquirenti sono evidentemente certi della solidità dell'impianto accusatorio.
L'uomo, un quarantenne, in aprile era stato sorpreso durante un atto sessuale con la degente. Sul fatto non vi sarebbero dubbi, dal momento che ben tre persone videro cosa accadde nella stanza. Un manutentore della struttura aveva infatti chiesto ausilio ad un tecnico specializzato per verificare l'impianto di sorveglianza video. Era stato accendendo i monitori che aveva visto una scena inequivocabile. La polizia era stata subito allertata e l'uomo arrestato. L'operatore, difeso dall'avvocato Stefano Trinco, avrebbe detto di essere stato in preda ad una sorta di raptus. La famiglia della disabile si costituirà parte civile attraverso l'avvocato Claudio Tasin: i genitori avevano avanzato da subito sospetti sul fatto che la violenza sessuale non fosse stata l'unica. (Articolo completo sull'Adige cartaceo)

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