La febbre, l'ossessione del momento

di Lucio Gardin

Sono cambiate le nostre abitudini. Fino a qualche mese fa se volevi mangiare al ristorante, verificavano se avevi la carta di credito, oggi verificano se hai la febbre. «Scusi non ho la carta di credito, non ho contanti e non ho intenzione di pagare ma ho fame», «ha la febbre?» «No» «Allora entri pure e buon appetito». È uno strano periodo. Vai al bar e ti lavano le mani, vai in treno e ti mettono la mascherina, vai al supermercato e ti misurano la febbre. La cosa più inutile è misurare la febbre a un uomo al supermercato; che senso ha? Si è mai visto un uomo con la febbre che va a fare la spesa? 

Siamo affetti dalla sindrome compulsiva da rilevamento febbre. Anche perché, obbiettivamente, è pure divertente farlo. Voglio dire, una volta dovevi usare il termometro, azione che obbligava a entrare nella sfera intima del soggetto… Oggi è tutto più easy. Basta puntare una specie di Tele laser addosso a uno, e in pochi secondi sai subito se ha superato i 37, cosa che fa scattare il ritiro della patente. La scorsa settimana, durante la preparazione delle Feste Vigiliane al Castello de Buonconsiglio, ogni giorno prima di entrare mi misuravano la febbre. Il terzo giorno mi hanno fatto anche l'esame del sangue, e domani alla Loggia del Romanino mi aspetta il direttore della Protezione Civile col referto dell'esame alla prostata. È tutto così strano. Improvvisamente sono tutti interessati alla salute degli altri.

L'altro giorno al Poli una commessa stava misurando la febbre a un'anguria. Quando le ho chiesto cosa facesse, mi ha spiegato che era la pistola per il codice a barre. Non si capisce più niente. Da piccolo mi dicevano di stare lontano dalle persone negative, oggi invece devi stare lontano da quelle positive. Non ci sono più certezze. Anche la tecnologia sta perdendo colpi. Oggi ti puntano una pistola alla tempia e in 5 secondi sai se hai la febbre. Quand'ero piccolo io eravamo ancora più avanti. Se mi veniva la febbre lo potevo sapere con un giorno di anticipo: se la maestra diceva "domani interrogo", io, il giorno dopo avevo la febbre. Temperatura effettiva 36.5, temperatura percepita 40.5. La mia maestra delle elementari era più avanti di qualsiasi tecnologia.

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