Una memorabile caccia alle uova colorate

Una memorabile caccia alle uova colorate

di Eliana Agata Marchese

Siamo i figli dell'ottimismo: nati negli anni Ottanta, zaino Invicta e Uomo Tigre. I figli nostri sono la Generazione Z, digitali dalla nascita ed esterofili. Chiusi in casa insieme non abbiamo speranza di cavarcela.

È particolarmente evidente in questi giorni, mentre mi cimento con i più disparati lavoretti di Pasqua. Oggi abbiamo tinto le uova: seguiamo le attività del Castello del Buonconsiglio, che propone una caccia al tesoro associando le uova colorate ai castelli del Trentino. Il tutto mi sembra stuzzicante, considerando che è previsto l'uso di colori naturali, e quindi mi sono potuta procurare tutto al supermercato (il più vicino). Metto coscienziosamente nei pentolini prezzemolo per il verde, rapa per il rosso e curcuma per il giallo.

Lascio bollire le uova, mentre si diffonde un piacevole odore di spezie. Peccato solo che, alla fine di tutto il processo, in cucina ci sia colore ovunque, mentre le uova ne hanno preso solo un po'. Nel frattempo mi arriva sul cellulare una serie di foto mandate da mia madre. Ha preparato ogni manicaretto possibile per il pranzo di Pasqua: polpettone, pasta fresca e i tradizionali dolci siciliani a base di pasta frolla e uova sode. Quarantena o no, niente fermerà mia madre di fronte al pranzo della festa. È solo dispiaciuta perché non possiamo vederci e cerca la condivisione telematica coi nipoti. A questo punto, doppiamente scoraggiata, penso di ripiegare su qualcosa di facile.

Passo un'ora a pulire curcuma dalle pareti e scorro il gruppo WhatsApp della sezione delle Bolle di Sapone. Le maestre di Luciano propongono ogni giorno un lavoretto, ed in questo periodo il tema è ovviamente la Pasqua. Mi impegno sul pulcino Pasqualino, ma il risultato è davvero distante da quello del video. Luciano comunque è contento, e quindi va bene così. Rimedieremo ai lavoretti venuti male con una caccia alle uova memorabile; non abbiamo mai organizzato la visita del coniglietto pasquale, ma la clausura è anche un'occasione per essere creativi. Possiamo nascondere molte più uova del solito: in questi giorni di clausura i bambini hanno fatto amicizia con tutti i vicini, da cui hanno ricevuto cioccolato in abbondanza.

Riesco quasi sempre a mettere pezze tardive sui miei pasticci, ma purtroppo non è solo nei lavoretti che si rivela la mia totale mancanza di manualità. La lampada della mia scrivania (che mio marito ha gentilmente riordinato, perché ormai non c'era più spazio neanche per la tastiera) non si accende da un mese: la lampadina si è fulminata, ma noi non abbiamo le competenze nemmeno per toglierla e tentare di leggere il modello. E dire che abbiamo tre lauree in due. Il frigo è di nuovo allagato: mia madre (generazione Boomer) mi ha spiegato più volte come liberare la valvolina otturata.

Ma per quanti sforzi io faccia, non riesco a riprodurre l'effetto che lei ottiene in pochi secondi. Dovrò cercare un tutorial su Internet, appena finisco di preparare Padlet per gli studenti. È passato poco più di un mese e la casa porta già i segni della nostra inadeguatezza. Speriamo che, finita la reclusione, qualche generoso Baby Boomer possa prendersi cura di noi baldanzosi iperconnessi. Nel frattempo ci dedichiamo alla ricerca delle uova di Pasqua, molte di più degli altri anni.

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