L'importanza di mangiare proteine

L'importanza di mangiare proteine

di Michele Pizzinini

L e proteine sono elementi fondamentali per le attività vitali! Oggi sappiamo che l'agricoltura riuscirà a produrre cereali a sufficienza tanto da sfamare 10 miliardi di persone, ma il dubbio è: sapremo dare a tutti anche un adeguato apporto proteico? I cereali danno l'energia, ma le proteine servono per costruire gli organi.

È impensabile che tutti possano mangiare adeguate quantità di proteine animali, perché già oggi gli allevamenti stanno superando il limite oltre il quale l'inquinamento ambientale risulterebbe insopportabile per il nostro pianeta. Ricordiamoci che ormai inquina di più una mucca che un'automobile.

L'allevamento di bestiame ha un impatto estremamente pesante sull'ambiente. Per dare un'idea, attualmente il 30% della superficie terrestre coltivata è impiegata per ottenere mangimi per animali e solo il 4% per colture vegetali per il diretto consumo umano, con il conseguente consumo di territorio, acqua, uso di pesticidi e fertilizzanti, e la produzione di gas serra. Per porre un limite a questi danni ambientali tutti si sono lanciati alla ricerca di nuove soluzioni per sfamare il mondo in modo sostenibile.

Sono trascorsi sei anni da quando su questo giornale vi informai che Mark Post, un ricercatore dell'università olandese di Maastricht, era riuscito ad ottenere una quantità sufficiente di carne da fare un hamburger a partire da cellule staminali di manzo. Allora, realizzare un chilo di carne "creata in laboratorio" era costato circa 600.000 euro e ci erano voluti circa 6 mesi. Oggi il prezzo alla produzione è arrivato a 20 euro al kg ed i tempi di realizzazione si sono ridotti ad un paio di settimane e tra tre anni, gli hamburger da staminali potrebbero giungere sulle nostre tavole dopo le opportune verifiche di salubrità. Le cellule staminali sono cellule molto piccole, bloccate a uno stato di sviluppo molto regredito, che vengono attivate in condizioni di necessità per sostituire le cellule morte. Sono delle "cellule figlie allo stato dormiente" pronte ad intervenire in caso di bisogno. Ogni organo ha le proprie staminali: il fegato, il tessuto adiposo, l'apparato digerente, il sistema nervoso, e così il muscolo.

I ricercatori hanno prelevato, con una semplice puntura, queste piccole cellule dal muscolo di un manzo, ne hanno stimolato la riproduzione, fino a giungere il numero di 20.000 cellule circa, le hanno messe, una ad una, su delle piastre e dando loro nutrimento e stimoli adeguati, hanno fatto sì che da piccole e rotondeggianti diventassero delle lunghe fibre muscolari, perfettamente identiche a quelle dell'animale da cui erano state prelevate, con lo stesso contenuto in proteine. Dunque è carne "pulita" prodotta in asettici laboratori, senza causare la morte di alcun animale. Procedimenti analoghi sono in corso anche per altre tipologie di carni: pollo, maiale e pesce.

Secondo Hanna Tuomisto, Agronoma alla London School of Hygiene and Tropical Medicine produrre carne in vitro potrebbe ridurre l'abuso di suolo del 99% e l'emissione di gas serra prodotti dagli animali di oltre il 90%. L'ultima grande novità in tema di hamburger è arrivata recentemente da Beyond Meat, un start-up americana che produce cibo che imita il sapore e l'aspetto della carne a partire da prodotti vegetali. La società è stata quotata a Wall Strett ai primi di maggio e in poche settimane ha già quintuplicato il suo valore iniziale. Bill Gates è uno dei finanziatori dell'operazione, convinto che nei prossimi 15 anni le vendite di "carne vegetale" supereranno i 100 miliardi di dollari. L'hamburger Beyond Meat è fatto con proteine dei piselli, amido di patate e per darne il colore rosso viene usato il succo di rapa rossa e di altri componenti naturali. È un hamburger privo di OGM, di glutine, di soia, e di colesterolo e, assicura l'azienda, che «assomiglia, appaga e si cuoce proprio come un vero hamburger». Uno studio dell'Università del Michigan conferma i dati di Hanna Tuomisto: produrre un "hamburger vegetariano" permette di risparmiare il 93% di energia, il 90% di gas serra e il 99% di acqua rispetto all'hamburger di manzo.

Nonostante si pensi che gli Stati Uniti siano la patria dell'hamburger, in realtà esso è nato ad Amburgo in Germania e probabilmente questa carne di manzo macinata e pressata, facile e rapida da cucinare e da mettere in un panino, si è diffusa negli Stati Uniti con gli emigrati tedeschi ai primi dell'800, diventandone presto un simbolo di questo grande paese e da lì si è diffusa in tutto il mondo. Gli americani non sanno proprio rinunciarvi e si sono inventati dei surrogati come gli hamburger da staminali o vegetali. Non ci resta che aspettarci che si inventino gli hamburger di grilli, di mosche, di formiche o magari di alghe.
Lunga vita all'hamburger!

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