Spegniamo Fb e incontriamo gli amici

Spegniamo Fb e incontriamo gli amici

di Beatrice Daldoss

Con l’utilizzo spasmodico di internet ogni persona può facilmente raggiungere conoscenze fino a poco tempo fa inimmaginabili, ma è davvero così che si utilizza la rete? Avere a disposizione la possibilità di sapere molte più cose non implica necessariamente un’acquisizione critica di queste conoscenze. Avere un’opinione è risultato di un qualcosa coltivato.

Avere un’opinione è risultato di un qualcosa coltivato per molto tempo e non nasce dalla lettura di un articolo su una pagina facebook.
Io cerco di difendere la mia opinione con il potere delle parole, certamente, ma questo non basta. Come uno scienziato bisogna trovare le prove obiettive di quello che si afferma e ciò non è cosa facile.

Le operazioni di scartare le fonti meno attendibili, cercare più punti di vista, mettersi in gioco perché si può trovare qualcosa che smonti la tua tesi non è da tutti. E proprio perché non è da tutti le chiacchiere su temi che il popolo non riesce a capire si dovrebbero limitare alla piazza. Facebook è il social più utilizzato per esternare queste opinioni da piazza della domenica: frustrazioni, pensieri, opinioni, per condividere cose scritte da qualcun altro (ma chi??), per schierarsi pro o contro qualcosa e qualcuno sempre (che sia la politica, i vaccini, i migranti etc.).

In un certo senso è ammirabile la voglia di avere un’opinione, di schierarsi, di amare follemente qualcosa e di odiare fino allo sfinimento il suo contrario. Il conflitto ci tiene vivi fin dagli arbori della vita.
Ma tutti questi «facebookiani» non potrebbero usare le energie che utilizzano per vivere una piazza virtuale per uscire, incontrare persone, avere dei dibattiti costruttivi, imparare che la propria opinione non è sicuramente quella corretta perché ci sono tanti punti di vista e tante sfaccettature.

Finché si parla se la Juve avesse meritato il rigore o no questi “post” pro e contro l’argomento non fanno male a nessuno. Quando si parla di vite umane la faccenda si fa complicata e sono tutti pronti a dire la loro ponendosi arbitri in terra del bene e del male, mansione invidiabile ma che non spetta a qualsivoglia abitante di internet.

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