L'amore non può essere egoismo o rivalsa

L'amore non può essereegoismo o rivalsa

di Sandra Tafner

La Corte d'Appello di Trento ha occupato grossi titoli sulla stampa nazionale per una sentenza definita storica, che riconosce come valido anche in Italia un provvedimento della Corte di giustizia canadese. Grazie a ciò in una coppia gay anche il genitore non biologico viene riconosciuto come padre. Un bimbo, insomma, può avere due papà.

Ovvio che le reazioni, contrarie o favorevoli, fossero previste e puntualmente sono arrivate, il tema scotta. Intanto si è già mossa la Procura generale che ha annunciato ricorso in Cassazione. E mentre l'iter si profila lungo e nemmeno tanto facile, la speranza è che questi due gemelli possano vivere tranquillamente. Per il momento. Sapranno poi che tutto ciò è frutto dell'amore di due persone che chiedono il silenzio perché - dicono - «per noi è prioritario garantire la serenità e il normale svolgimento della vita quotidiana dei nostri bambini».

Una spiegazione simile la daranno presumibilmente al loro bambino (sul quale però finora si è chiacchierato di più) anche Nichi Vendola e il suo compagno, convinti che diventato grande capirà e apprezzerà. Una convinzione, una speranza. L'amore è certo un sentimento nobile e grande, purchè non diventi maschera per nascondere egoismo o sensi di rivalsa.

Il dubbio può nascere ad esempio da storie come quella del bambino figlio di un italiano e di una sudamericana, trasformato in una specie di pacco che viaggia da un continente all'altro sballottato a intermittenza dal paese del padre a quello della madre che intanto si scontrano a suon di sentenze per far prevalere ciascuno il proprio diritto. Ma quello del piccolo? E infatti il Tribunale dei minori di Trieste ha stabilito che sua dovrà essere l'ultima parola.

Vuoi più bene a mamma o papà? Una domanda che fa rabbrividire. Vuoi vivere con mamma o con papà? Una decisione che una creatura dovrebbe prendere a 6 anni, chissà mai in base a che cosa. A questo punto ci si affida a una perizia ed entra in scena la psicologa infantile per capire se trauma ci sarà e di quale portata. Ma è davvero una garanzia nella realtà attuale e soprattutto in quella futura?

I diritti dei bambini, soggetti deboli. Non mancano i Codici di tutela, si sono moltiplicate le norme, le associazioni, i tribunali dedicati. Il loro piccolo mondo, tuttavia, viene intaccato dalle decisioni degli adulti che provocano reazioni non sempre prevedibili e forse non sempre decifrabili sino in fondo dalla scienza e dalla legge. Del resto non esiste altra via d'uscita che sperare nella saggezza, o anche solo nel buonsenso, dei grandi. Che sulla carta, peraltro, sembrano avere all'attenzione continua i problemi dei minori.

Nel gennaio scorso il Parlamento francese ha approvato il divieto delle punizioni fisiche. Anche solo uno schiaffo, non il battipanni d'un tempo o le cinghiate o l'indice di legno sulla mano. Una volta genitori e insegnanti erano autorizzati a far valere così l'autorità e a questo oggi per fortuna s'è posto un freno. Dovrebbe invece prevalere il dialogo nei metodi educativi, dovrebbero prevalere il buon esempio, le spiegazioni, la propensione ad ascoltare.

La Francia è così entrata nella lista dei 51 Paesi dichiaratisi contrari alla violenza fisica. In Italia dal 1996 esiste una sentenza della Corte Costituzionale che vieta le percosse. Nemmeno una sculacciata, allora? Il 27 per cento dei genitori italiani ne fa ricorso. Quando ci vuole ci vuole, dicono, perché anche un eccessivo lassismo può far male. Ma oltre che alle sentenze si potrebbe far appello al semplice buonsenso?

Quello che invece non si può dire abbia ispirato il progetto di legge della Duma russa, schierata sul versante opposto con la depenalizzazione dei maltrattamenti in famiglia, sasso foriero di una grossa slavina. Solo tre deputati hanno votato contro, mentre gli altri hanno sostenuto che questa è la condizione per creare famiglie forti. Forti in che senso? Violenti o vittime predestinate?

Donne e bambini, ovviamente, saranno i bersagli preferiti, perché non risulta che gli uomini vengano presi spesso a bastonate. Amnesty International ha protestato pesantemente. Ma purtroppo non basta. I ragazzi vanno educati e non colpiti da punizioni corporali, ma chi può convincere e modificare una mentalità conservatrice e autoritaria mimetizzata da buona politica? E fra quanto tempo? I bambini (e ancora troppo spesso le donne) sono soggetti deboli ed è su quelli che «i forti» brandiscono la loro prepotenza. Purtroppo avendo quasi sempre buon gioco.

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