Conquistate il mondo, ragazzi Erasmus: anche per quelle ragazze

di Paolo Micheletto

Si resta senza fiato nell’osservare le immagini del terribile incidente in Catalogna che ha portato alla morte tredici studentesse, di cui otto italiane. Sul bus che le riportava a Barcellona dopo avere assistito a Valencia alla Notte dei Fuochi della celebre Fiesta de Las Fallas c’erano 57 studenti Erasmus delle università di Barcellona, quasi tutti stranieri, di 22 nazionalità diverse.

Già il numero delle vittime è impressionante. Ma questa tragedia porta con sè una partecipazione emotiva alla quale non è facile resistere. Ogni genitore sa quante apprensioni comportino i viaggi dei propri figli, combattuti dal «bisogno» di protezione per sempre nei loro confronti e dal desiderio di vederli volare lontano, nel mondo. La tragedia di Barcellona è quindi la tragedia di ogni mamma e papà, senza distinzioni.

E poi c’è questa terribile sventura che si abbatte su un progetto - l’Erasmus - che rappresenta per migliaia di giovani la prima esperienza da «grandi» all’estero: mesi lontani da casa a studiare, a fare esperienze indimenticabili, a costruire il proprio futuro. Perché questo stavano facendo le ragazze che hanno perso la vita nell’autostrada in Catalogna: costruire un futuro migliore, senza confini di patria e di razza, preparandosi all’altalena della vita.

Erasmus arriverà ad offrire entro il 2020 a quattro milioni di persone l’opportunità di studiare, formarsi, insegnare o fare opera di volontariato. Andate avanti ragazzi: «conquistate» il mondo anche per i vostri amici spezzati da un incidente stradale. E le mamme e i papà saranno con voi. E con loro.

(«Sarà difficile
Mentre piano ti allontanerai
A cercar da sola quella che sarai»)
(Ligabue)

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