Il «fenomeno» Wierer continua a crescere

di Luca Perenzoni

Prima Federica Brignone, ora Dorothea Wierer: le due leader azzurre hanno rotto il ghiaccio alla prima occasione utile del nuovo inverno, conquistando le loro prime vittorie in carriera. Ai loro trionfi si sommano i due podi di Peter Fill a Lake Louise, il terzo posto della stessa Brignone ed il preziosissimo quarto di Francesco De Fabiani nel Ruka Triple, solitamente tanto indigesto ai colori azzurri. Sforando nel ghiaccio, impossibile scordare la vittoria di Fischnaller al debutto dello slittino.
Possibile cominciare meglio?
Probabilmente no, anzi, sicuramente no.
 
Ma la notizia più fresca di tutte è la riuscita dell'appuntamento con la vittoria per Dorothea Wierer. Era nell'aria, inevitabile dopo due stagioni in crescendo come le ultime. Ma ieri era onestamente inattesa. Perché era il debutto e si sa che la "prima volta" porta sempre delle incognite con sé. Perché Dorothea non era in condizione perfetta, specialmente sugli sci, dopo diversi giorni passati a casa a curare i mali di stagione.
 
Ma allo stesso tempo la Wierer in questi anni ci ha abituato a partenze lampo, anche se nell'ultima preparazione estiva ha provato a spostare un po' più in là il picco di forma, onde non ritrovarsi con il serbatoio vuoto sul più bello, leggasi finale di stagione e soprattutto mondiali di Holmenkollen.
Ebbene ce l'ha fatta: gara impeccabile al poligono per precisione e rapidita d'esecuzione, prova sofferta ma non in difficoltà sugli sci, dove è vero che ha pagato 1'45 in 15km dalla scatenata Dorin, ma è altrettanto vero che ha comunque ottenuto l'11° tempo nel fondo, dato statistico non irrilevante.
 
"La malattia e la consapevolezza di non essere al top mi hanno sgravato di pressione", ha confessato a fine gara; un elemento che ci sta, ma più di tutto ha avuto peso - resta un'impressione personale - l'ulteriore step nel processo di maturazione e coscienza compiuto in questi ultimi mesi. Quasi un processo naturale, iniziato nel massimo circuito ad inizio 2014, rafforzatosi pur con qualche passaggio a vuoto la stagione scorsa ed ora apparentemente vicino al compimento. Non basta una vittoria per poter parlare di strada spalancata verso il futuro, ma una Wierer così determinata, "cattiva", pienamente concentrata in ogni poligono lascia supporre ed intuire il compiuto ulteriore salto di qualità. E questo, in linea teorica, potrebbe essere l'inverno giusto per provare a riscrivere qualche altro paragrafo o capitolo della storia del biathlon azzurro. Intanto il primo storico successo è arrivato. E chi ben comincia...
 
Una Wierer vincente fa bene a tanti. Perchè - e non lo scopriamo di certo adesso - la venticinquenne di casa in Val di Fiemme è a livello globale una delle atlete più ricercate degli sport invernali.
Non solo in Italia, pur potendo contare su una base di fan non indifferente. Russia, Norvegia, Germania sono realtà in cui la bella Dorothea è in prima linea. E' seguitissima, ammirata, un'autentica donna immagine del biathlon che riesce a concentrare su di sè attenzioni e anche significativi sostegni da parte di sponsor e sostenitori mitteleuropei.
 
Bene per lei, ma di riflesso bene anche per il team azzurro che può contare sul surplus di attenzione derivante dal talento, dalla simpatia, dal fascino della Wierer, brava in pista quanto fuori, nel sapersi gestire e concedere. Se serviva l'essere vincente per consacrare il fenomeno Wierer, ora che è arrivato il primo successo Dorothea può e deve diventare ancor più quel "personaggio" di cui l'italiano medio ha tanto bisogno per affezionarsi ad uno sport. Ed il biathlon, ancor più di molti altri settori dello sport invernale, ha bisogno di attenzione crescente, nonostante il fervido momento che sta attraversando. E questa Dorothea aiuta, eccome se aiuta...
 
Il suo trionfo di ieri sera ha aperto questo lungo fine settimana che sarà finalmente attivo su tutti i fronti della neve. In chiave strettamente trentina, oltre alle prossime due gare di Oestersund (sprint ed inseguimento, domani e domenica), l'attenzione sarà divisa tra Beaver Creek e Lillehammer.
 
In Colorado, sulla pista sede degli ultimo mondiali, Luca De Aliprandini ed Andrea Ballerin stanno prendendo le misure al secondo gigante stagionale di domenica, con il finanziere noneso stuzzicato anche dal superG di domani. Dopo l'uscita prematura di Soelden, il "Finferlo" di Tuenno deve assolutamente rompere il ghiaccio per non prolungare ulteriormente il digiuno di punti, mentre il "Ballero" è in attesa di sapere con che numero potrà partire. Scremato dai ritiri e dalle lungodegenze, il suo 35imo posto attuale nella WCSL - la graduatoria che determina i primi 30 pettorali di partenza  - si trasforma in un effettivo 31imo e basterebbe l'assenza di un atleta che lo precede per poter partire con il pettorale 30 invece che con numeri improponibili come avvenuto a Solden. D'accordo, sul Rettenbach Ballerin ha fatto l'impresa, ma i miracoli non capitano tutte le domeniche.
 
Nel frattempo a Lillehammer si è ritrovato il pacchetto nordico, reduce da un Tour di Kuusamo interessante per il fondo, di fatto inutile per saltatori e combinatisti, costretti a salire e scendere dal trampolino per il forte vento senza poter concludere alcunchè.
Sul trampolino olimpico, il Trentino che salta segue soprattutto Davide Bresadola, chiamato già oggi al turno di qualificazione, ma anche al predazzano acquisito Alessandro Pittin che si trova di fronte l'occasione del debutto stagionale supportato da diverse proficue giornate di allenamento sul trampolino di gara. Un elemento indispensabile per provare ad aumentare la fiducia del "Pittbull" di Cercivento. Perchè se Pittin dovesse per caso azzeccare i salti... sarebbero dolori per tutti.
 
Nel fondo invece in attesa delle sempre suggestive staffette di domenica, gli applausi saranno per Giandomenico Salvadori, giovane primierotto chiamato a completare il quadro maschile nello skiathlon di domani, accanto alla covalligana Ilaria Debertolis, già in pista - senza troppe soddisfazioni - a Kuusamo. Se da una parte De Fabiani vuole provare a dire ancora una volta la sua, dall'altra al finanziere primierotto non resta che richiamare il detto di cui sopra, sperando sia di buon auspicio. Chi ben comincia...
 

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