Disinvestire nelle fonti fossili e gli sponsor della COP21

Disinvestire nelle fonti fossili e gli sponsor della COP21

di Eliseo Antonini

Parigi, le Bourget, 2 dicembre 2015-12-02

Tra gli eventi collaterali alla Conferenza delle Parti di Parigi (COP21) uno è andato diritto al cuore della questione: i soldi!
I denari, molti, moltissimi, investiti in tutto il mondo e da molto tempo nei combustibili fossili. L’appuntamento è stato organizzato ieri (3.12) da 350.org, una rete di gruppi che intendono fare pressione per far ridurre la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera tra 400 ad almeno 350 ppm.

Durante l’incontro è stato annunciato la volontà, non vincolante ancora, di gruppi e società finanziarie di tagliare, almeno in parte, gli investimenti dei loro rispettivi portafogli. La cifra del disinvestimento finora raggiunta è di 3,4 trilioni di dollari.
Non si tratta solo di società d’investimento a cambiare destinazione dei denari che essi gestiscono, ma anche gli amministratori di città. Per esempio Uppsala, Oslo, Müster in Germania, Melburne in Australia.

I SINDACI DEL MONDO A PARIGI PER SALVARE IL CLIMA

Le città e i loro amministratori possono fare molto per ridurre l’impatto delle città sul clima. Anche per questo oggi (4.12), nel centro di Parigi (Hotel de Ville) si tiene la conferenza (Summit dei Leader Locali) dei Sindaci di molte città del mondo (circa 900) su invito del Sindaco di Parigi Anne Hidalgo e con la partecipazione dell’inviato speciale delle Nazioni unite per le città e i cambiamenti climatici ed ex Sindaco di New York City, Michael R. Bloomberg.

Ci sono altre organizzazioni che hanno dato la loro pre-adesione a questo particolare e decisivo aspetto. Per esempio il fondo pensionistico olandese di investimento (PFZW, gestisce attualmente 161 milioni di euro) ha annunciato di voler ridurre i suoi impegni nel settore del carbone e in altri combustibili fossili.   

Allianz, la più grande compagnia assicurativa europea, ha annunciato di disinvestire 630 milioni di Euro dal carbone e investire 6 miliardi di Euro nell’energia eolica nei prossimi 6 mesi.

Il Museo delle science di Londra ha annunciato di fare pressione su uno dei suoi sponsor (Shell Oil) per dare avvio a forme concrete di disinvestimento.

La chiesa protestante tedesca di Hesse e Nassau ha dichiarato che intende disinvestire il suo portfolio di 1,8 miliardi di Euro, dalle produzioni di carbone, gas metano e petrolio.

Il fondo inglese CCLA che gestisce fondi di alcune prestigiose università inglesi, ha anche annunciato la dismissione da parte dei propri gestori a sostegno di carbone e gas naturale.

Anche una casa musicale APRA AMCOS, presente specialmente nell’emisfero australe, ha annunciato di avviare in processo di disinvestimento nelle fonti fossili e comunicarlo anche ai suoi 87.000 cantautori e compositori suoi membri.
Si tratta per ora di dichiarazioni di principio che devono essere seguite da atti concreti e che vanno quindi monitorate per capirne la concreta volontà oltre gli annunci.

CHI SPONSORIZZA LA COP21?

Ma c’è un problema o almeno un aspetto che non è molto gradevole e che è stato segnalato da Corporate Accountability International nella conferenza stampa di ieri (3.12). Tra i maggiori sponsor della Conferenza delle Parti di Parigi, riportati nel sito ufficiale della COP21 gestito dal governo francese, si può vedere l’elenco completo degli sponsor e tra questi alcune aziende francesi che sono da anni implicate, direttamente o indirettamente, in attività che causano ingenti emissioni di gas serra.

Ecco le aziende francesi che sponsorizzano la COP21 a Parigi.

ENGIE, (ex GDF Suez) emette circa 130 Mt (mega tonnellate) di CO2 ogni anno e gestisce attualmente 30 impianti a carbone nel mondo e è impegnata anche in attività di estrazione del metano con le tecniche di fratturazione meccanica (fraking).
BPN Paribas: istituto finanziario globale e uno dei maggiori finanziatori dell’estrazione del carbone in Francia (15 miliardi di Euro nel periodo 2005 2014) ed è stata la più generosa finanziatrice delle attività estrattive delle sabbie bituminose (tar-sands) in Canada.
EDF (Electricité de France) partecipa con ExxonMobil, Shell e altre aziende alle attività di lobbying in Europa attraverso BusinessEurope.
Suez Environnement’s sta allargando il suo giro di affari in aree del pianeta in cui la qualità dell’acqua o la sua scarsità sono odierne realtà, allo scopo di generare profitti da queste problematiche.

Questo è un conflitto di interesse che è dentro la COP21 e che gli osservatori stanno evidenziando con forza per sottolineare come la soluzione non è facile se al tavolo c’è chi il problema, almeno in parte, lo crea o lo ha creato. Con molti soldi e altrettanti guadagni.

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