Emissioni, responsabilità storiche e situazione recente

Emissioni, responsabilità storiche e situazione recente

di Eliseo Antonini

Oggi (3 dicembre) i lavori negoziali e diplomatici delle varie delegazioni alla COP21 sono ripresi anche se molto a rilento.

Ieri c’è stato un primo duro scontro nella plenaria tra Unione Europea e Cina. Quest’ultima premeva per la revisione di un documento di livello ministeriale (oggetto: margini per aumentare le ambizioni di riduzione delle emissioni serra) che era già stato approvato alla riunione intermedia di Bonn (Germania, giugno 2014).

Le delegazioni in queste ore stanno facendo le cosiddette trattative informali con un «facilitatore» in questo caso un delegato francese.
C’è un’espressione, che è anche un monito, che ricorre frequentemente nei discorsi dei delegati, sia nelle aule ufficiali sia nei colloqui informali ed è la seguente: «La comune, ma differenziata responsabilità e le rispettive capacità». È stata creata anche una sigla «CBDR-RC», una delle molte, che si usa nei documenti per esprimere e ribadire questo concetto.

Da parte di alcuni paesi in particolare USA ed Unione Europea, c’è infatti una responsabilità storica rispetto alle emissioni serra (GRAFICO 1). Le percentuali di emissioni di gas serra di varie aree geografiche dal 1880 al 2010.

Grafico 1 – Le responsabilità storiche in termini percentuali delle emissioni di gas serra.

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Se osserviamo però l’ultimo periodo (2012-2013) vediamo – almeno in parte - un altro andamento. I paesi emergenti (Cina e India) stanno contribuendo in modo massiccio (grafico 2) alle emissioni annue globali. L’Unione Europea ha ridotto, sebbene non di molto il suo contributo. Ma si può, al tavolo negoziale, dire che è possibile

Grafico 2 – Le emissioni di anidride carbonica tra il 2012 e il 2013 delle principali aree geografiche

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Le Conferenze delle Parti (COP) sono anche caratterizzate dai cosiddetti «SIDE EVENTS», eventi collaterali (durata di 1-2 ore) promossi dalle più svariate organizzazioni qui presenti, spesso non governative. Lo scopo principale è presentare documenti, con proposte concrete e quindi informazioni utilizzabili dai delegati per sostenere le rispettive posizioni dentro il negoziato in corso.

Ieri (2.12) per esempio si sono tenuti due interessanti side events dedicati a questi temi: «Il budget del carbonio a partire dell’era preindustriale» organizzato dell’Università Politecnica della Catalonia (Barcellona) con precise indicazioni per il testo dell’accordo a favore della giustizia climatica. Il secondo era incentrato sul tema «I migranti climatici. Voci dalla linea di frontiera» organizzato da NRC, Concilio norvegese per i rifugiati in nome del gruppo di lavoro all’interno dell’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR).

Questi saranno i temi dei mie post nei prossimi giorni.

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