OXI : e ora?

di Andrea Coali

Sono ormai tornato da Bruxelles, dove negli ultimi giorni abbiamo discusso soprattutto di lobbying, commercio e politica estera. Durante le discussioni ho anche scoperto alcune cose molto interessanti sul “caso formaggio” che da qualche giorno impazza in rete e sui quotidiani, ma tornerò sull’argomento nei prossimi giorni. 

Dal titolo del post potete intuire che ciò di cui voglio parlare è il risultato del referendum in Grecia.  Nei miei articoli precedenti avevo già evidenziato il realismo e la consapevolezza dei funzionari europei circa l’attuale situazione dell’Unione. Un realismo, unito ad una forte preoccupazione, che si applicava anche alla consultazione popolare terminata da poche ore. 
Insomma, ha vinto l’OXI, il “no” di Tsipras. È un segnale molto forte che la popolazione ellenica sta mandando all’Europa e soprattutto ai suoi vertici. È un segnale che le politiche non possono essere solo imposte dall’alto o essere realizzate solo a difesa degli interessi economici e finanziari. Però è anche un segnale di poca consapevolezza della situazione. La Grecia ha un debito enorme nei confronti dei suoi creditori e questo è il risultato di anni di cattiva gestione della cosa pubblica, di mancate riforme che invece erano subordinate all’ottenimento dei prestiti internazionali, di continue proroghe alla restituzione del denaro. 
Non ho analizzato nel dettaglio il piano di salvataggio e non mi sento di dare un giudizio personale: mi limito solo ad osservare oggettivamente la situazione attuale e a provare a capire le conseguenze. 

Io mi sento europeista, anche se il percorso verso la vera Unione Europea è ancora molto lungo e ricco di ostacoli, ed ho molta paura dopo questo risultato. Io spero che i vertici europei possano trarre da questo OXI un insegnamento, una lezione, e non un segnale di chiusura dei negoziati. La Grecia e Tsipras, dovranno essere capace di farsi portavoce di un’Europa “più dei cittadini” e non usare il risultato come pretesto per uscire dalla moneta unica o dall’Unione, perché sarebbe un vero e proprio disastro per tutto il Vecchio Continente. 
Le notizie che giungono ora sono contrastanti: il governo greco afferma di voler trovare un accordo entro le prossime 48 ore (ma a quali condizioni?) e di voler ricevere nuova liquidità dalla BCE, mentre da Berlino e altri arrivano segnali di netta chiusura. 
Io spero che prevalga lo spirito europeo che, seppur tanto criticato, ci ha permesso di vivere il più lungo periodo di pace della storia. Un progetto che ha permesso di abbattere le frontiere e di allargare gli orizzonti commerciali, culturali e sociali di tutti noi. Spero che questo OXI non sia un segnale di chiusura, ma di rinnovamento; che sia utile per ripartire, tutti e 28 gli stati assieme, verso un’Unione Europea che ritrovi lo spirito dei suoi padri e che si fondi sulla solidarietà tra i suoi membri.

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