Le mie abitudini alimentari? Eredità familiare…

di Francesca Baraldi

Il 2015, anno di Expò a Milano: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Nei mesi passati non si è parlato di altro se non dei ritardi nei lavori e del rischio di non aprire tutti i padiglioni; poi improvvisamente il 1 maggio, quasi per magia, Expò apre e si inizia a parlare del vero tema universale: il cibo. Immancabili le polemiche, le critiche, ma anche i pensieri e le riflessioni di chi ha già visitato l’esposizione; io per il momento la seguo in tv, sui giornali e cerco di farmi un’idea di ciò che vedrò. Come amante dei cambiamenti in generale, e del cibo in particolare, mi auguro di vedere e sentire molte novità, innovazioni, idee creative, recuperi di biodiversità e tanti giovani che vi lavorino e soprattutto credano fermamente in quello che fanno.

Mi auguro che tutto questo dia una sferzata di ottimismo nei confronti di ciò che è nuovo e di ciò che cambia, quasi sempre in meglio. Tra queste novità ci potrebbe essere anche un cambio delle nostre abitudini alimentari, cioè di quei comportamenti inconsci, che mettiamo in atto senza renderci conto, e che condizionano la nostra salute e la nostra vita. E non solo: condizionano anche quella della nostra famiglia, come quelli della nostra famiglia di origine hanno condizionato noi. Quanti di voi mangiano ancora il piatto preferito come lo cucinava mamma? Quanti hanno l’abitudine di usare questo o quel condimento perché a casa si faceva così? Quanti ancora non accetterebbero mai di cambiare la ricetta del piatto tipico di famiglia?

Credo che le risposte che ognuno ha dato a se stesso possano bastare per dimostrarvi quanto siamo esseri abitudinari ed attaccati alle nostre tradizioni. Nulla di male, anzi, mantenere e tramandare la tradizione ha una motivazione culturale e di attaccamento alla terra fondamentale nel nostro “essere umani”, quindi ben venga tenere salde le radici culinarie nella tradizione. Stiamo solo attenti a non cadere nella tentazione di mantenere così come sono le ricette solo perché molto gustose, molto condite, molto succulente, ma anche molto pesanti. Ricordiamoci che oggi il nostro fabbisogno è cambiato, insieme allo stile di vita e alla tipologia di lavoro, per cui non è più necessario fare scorte energetiche e caloriche.ù

Oggi il nostro fisico e la nostra mente hanno bisogno di cibi diversi, di diverse fonti energetiche, ed è nostro dovere adeguarci al cambiamento facilitando l’evoluzione alimentare delle nuove generazioni. Expò si chiama anche “Energia per la vita”, con diverse chiavi di lettura, la mia oggi è rivolta alla carica energetica che i cibi hanno e che noi dovremmo essere in grado di sfruttare nel migliore dei modi (cosa che assolutamente non facciamo). Credo che rispettare le tradizioni voglia anche dire comprenderle, e domandarsi il perché delle scelte alimentari dei nostri nonni; loro erano molto più saggi di noi sotto questo punto di vista (e a parer mio, non solo sotto questo punto di vista) ed utilizzavano al meglio, per necessità facendone virtù, gli alimenti a loro disposizione. Oggi abbiamo tutto a disposizione ma ci mancano sia la necessità che la virtù: mangiamo seguendo la gola e cercando di soddisfare carenze di ogni tipo, che con l’alimentazione hanno poco a che fare. Cosa succederà alle future generazioni se questa sarà la “saggezza” che tramanderemo? Non so voi, ma io a queste cose ci penso e le risposte che trovo non sono per nulla confortanti.

Presa da questi pensieri, sono andata a cercare cosa è stato organizzato in Expò per i bambini, e la prima cosa che salta all’occhio è la mascotte, Foody, creata appositamente per loro. Sono andata a curiosare sulla simbologia di Foody ed ho scoperto che questo personaggio, di ispirazione arcimboldesca, composto a sua volta da altri 11 personaggi ispirati al mondo della frutta e degli ortaggi, simboleggia la diversità e l’unione. Josephine Banana, Piera la Pera, Rodolfo il Fico, Gury l’Anguria, Manghy il Mango, Pomina la Mela, i Rap Brothers (tre ravanelli), Guagliò l’Aglio, Arabella l’Arancia, Max Mais, Chicca la Melagrana e Julienne Zucchina: alimenti provenienti da tutto il mondo, ognuno con la sua personalità, tutti differenti, ma tutti uniti a comporre Foody. E’ così che gli alimenti superano i confini territoriali e mentali, così uniscono il pianeta, così cercano di andare oltre i preconcetti e le tradizioni stereotipate. Foody è simbolo del cambiamento: spiegate ai vostri figli la sua simbologia, aprite i vostri orizzonti culinari e offrite ai vostri figli opportunità diversificate e di più efficace nutrimento.

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