Olivi sceglie il silenzio. Ma con nota stampa

Olivi sceglie il silenzio. Ma con nota stampa

di Matteo Lunelli

Pur seguendo, per interesse e per lavoro, le vicissitudini politiche, nazionali e provinciali, posso in totale tranquillità ammettere di non essere preparatissimo per una lettura approfondita. Guardo, leggo, ascolto, valuto ma non approfondisco troppo, mettiamola così.

Poco fa è arrivato un tweet al profilo ufficiale dell’Adige. Mittente, il vice presidente della provincia e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi. Scrive: «Nota stampa». Perfetto, mi dico, forse abbiamo una notizia. Clicco sul link e mi si apre la pagina Facebook di Olivi. Bene, penso: anche il Pd, pur avendo criticato i metodi di comunicazione del Movimento 5 Stelle (Facebook, Twitter, blog, siti, video, più che i metodi “classici”, come comunicato stampa via email o telefonata al redattore politico), segue l’esempio del loro capo e si affida ai Social Network.
Leggo.

Si è scritto (soprattutto) e detto molto in questi giorni. Io ho scelto il silenzio e responsabilmente lo mantengo.

Traduco e in primis trovo una velata accusa ai quotidiani, rei di aver scritto troppo di politica in questi giorni. Poi mi viene subito in mente quando mi hanno spiegato a scuola cosa sia un ossimoro, ovvero il mettere insieme due termini contraddittori. Olivi sceglie il silenzio ma manda una nota stampa. Il tutto con responsabilità, of course. (Solo alla fine del comunicato capirò che in realtà non si tratta di un ossimoro, perché anche le righe che seguono confermano la scelta del silenzio, in quanto non dicono in buona sostanza nulla). Proseguo.

Qualche modesto ragionamento politico proverò a farlo giovedì, in occasione di un’iniziativa molto lontana dallo spirito di «Leopolde, Leopoldine e dintorni».

Tre aspetti: umiltà (autodefinire «modesto» il ragionamento), promozione (si parla di un’iniziativa, ma non si dice dove, a che ora, in quale contesto, con chi, perché) e accusa (presumo Olivi si riferisca ai 180 secondi di Dellai, ma forse è un’accusa a quanto fatto dal suo capo Renzi? Resta il dubbio). Proseguo.

Solo un confronto trasparente sull’attuale fase politica e amministrativa a poco più di un anno dall’inizio della legislatura provinciale, che rinnova nei modi e nelle finalità una prassi che ho costantemente seguito in questi anni.

Sarò duro di comprendonio, ma non capisco cosa si voglia dire con questa frase. La rileggo, e... boh. Andiamo avanti, sono in attesa della notizia!

Nessun atto di protagonismo personalistico: al Pd sino a oggi ho cercato di dare un contributo leale e generoso. Nella consapevolezza che nessuno è indispensabile...

Altro atto di umiltà, ma nessuna notizia. Manca poco alla fine, daje che adesso ci dà la notizia.

...e che il momento di cambiare è arrivato!

Eccoci! Ultima frase e, pur in maniera enigmatica (linguaggio politico lo definiscono i veri giornalisti no?) ecco una parvenza di notizia. Olivi dice che è il momento di cambiare, e questo sarebbe pure un buon titolo per una notizia. Ma cambiare cosa? E soprattutto come? Deduco che lo scopriremo giovedì (dove? a che ora?), il giorno in cui Olivi romperà il silenzio che non ha voluto rompere con una nota stampa affidata ai social network.

Sarà che non capisco nulla di politica, ma resto senza notizia. E resto in attesa di un prossimo tweet, perché in 140 caratteri, volendo, si possono dire un sacco di cose, molte più che nei 725 (spazi e firma inclusi) della nota stampa.

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