Lo spazio ci aspetta: c'è un Leonardo tra noi?

di Christian Lavarian

Nel 1232 la città di Kai-Fung-Fu era sotto l’assedio delle truppe mongole: il soldato cinese Lao Thin mise in fuga gli assalitori con delle «frecce di fuoco», razzi primordiali costruiti con l’uso di polvere da sparo. Cinque secoli più tardi il sovrano di Mysore combatteva contro le truppe della Compagnia delle Indie lanciando rudimentali razzi capaci di colpire il nemico a due chilometri di distanza. Nel 1969 Neil Armostrong ed Edwin Aldrin concludevano idealmente la «corsa allo spazio» passeggiando sul suolo lunare: il primo luogo extraterrestre era stato raggiunto.

È  sempre stata la guerra purtroppo, combattuta o meno che fosse, a incentivare lo sviluppo tecnologico nel campo del volo: il dominio dei cieli era una prospettiva troppo ambita per potervi rinunciare. Poco spazio ai sognatori, fin da Icaro, a meno che non portassero risultati concreti per staccarsi da terra e giungere più in alto possibile.

Oggi per fortuna la cooperazione internazionale è una realtà che funziona bene nell’ambito della ricerca: l’esplorazione del Sistema Solare con sonde automatiche è resa possibile grazie alla condivisione di risorse economiche e umane. Moltissimo è cambiato nella tecnologia che ci permette di volare nello spazio: dalla polvere da sparo si è passati a sofisticati combustibili criogenici, l’elettronica consente ora di calcolare lunghissime rotte con grande precisione, l’affidabilità delle parti meccaniche è straordinaria.

Dai primi razzi moderni di Tsiolkovsky in Russia e di Goddard in America al fragile volo sopra le spiagge di Kitty Hawk, dagli aerei ibridi ipersonici che volano a 10 volte la velocità del suono alle sonde spaziale che viaggiano ancora a miliardi di chilometri dalla Terra, i progressi sono stati stupefacenti (leggi).

Una cosa tuttavia non è cambiata: lo spazio è rimasto sconfinato e noi ci muoviamo troppo, troppo  piano.

È questo il prossimo limite che dovremo superare, se vorremo spingerci oltre il Sistema Solare e  raggiungere un giorno le stelle: un viaggio dalla dalla Terra a Marte richiede circa 6 mesi, per Saturno ci vogliono 5 anni e per Alpha Centauri (a 1,2 parsec da noi) approssimativamente 80.000 anni. Le tecnologie di propulsione non progrediscono significativamente da tempo, in termini di efficienza e velocità di crociera.

Per arrivare alle stelle ci vuole qualcosa di radicalmente nuovo, a cui nessuno abbia mai pensato prima: c’è già un nuovo Leonardo tra noi?

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