Il fascino poco discreto della tecnologia

di Sandra Tafner

Questo sì che è necessario, che è essenziale. Non si può farne a meno. E cosa succede a chi non ce l'ha? È probabile che venga preso da crisi d'ansia o dal complesso d'inferiorità o da un accesso di invidia e di livore. Le reazioni ovviamente sono personali, ma negative sempre. Perché chiunque avesse una reazione indifferente o addirittura positiva sarebbe considerato un antenato riaffacciatosi sulla scena del mondo 2 o 3 o 4 punto zero. Disorientamento garantito. Ah giusto, non abbiamo detto qual è l'oggetto misterioso, ma tutti lo avranno capito subito dal momento che si tratta dell'argomento del giorno, determinante, l'obiettivo principale di ogni persona. Ad ogni modo vogliamo dire dell'iPhone 6, nome ormai noto a chiunque senza limiti d'età, quel cellulare che viene a scalzare il pur moderno iPhone 5 e - neanche dirlo - l'ormai obsoleto telefono portatile che al suo apparire aveva cambiato l'esistenza, ormai parecchi decenni fa. Talmente cambiata che ci si domanda com'era possibile prima vivere una vita normale senza poter comunicare sempre, dappertutto, al di là della rassicurante presenza di una cabina ormai archiviata nell'amarcord. 

Fu una conquista all'inizio, poi diventò un'appendice del corpo umano. Serviva per chiamare ed essere chiamati in qualsiasi circostanza, serviva per inviare e ricevere messaggi, molto più comodi di una lettera o di una cartolina dalle ferie, molto meno impegnativo. 
Solo che nel reparto amarcord stanno entrando anche loro e mentre qualche nonno caparbio si rifiuta ancora di imparare quale tasto premere, il nipote si è messo in fila davanti ai negozi del desiderio. File che nemmeno davanti al Louvre, notti in piedi sulla strada. E per fortuna che è stato risparmiato l'addiaccio visto il cambio di stagione, con l'estate che si è fatta largo tra i diritti dell'autunno. C'è chi ha preso un giorno di ferie dal lavoro per partecipare al rito collettivo ed entrare in possesso della macchinetta che fa mille cose e che altre ancora ne farà in un prossimo futuro.
I prezzi? Da poco più di 700 euro a poco meno di 900. Alla portata di tutti, pare. A meno che quelli messisi a fare la coda per l'acquisto non siano benestanti, ottimo stipendio garantito, ricchi di famiglia. Brevi indagini però assicurano che non è così, in coda c'era anche gente normale, se oggi la norma è l'essere precari, paga più che modesta, prospettive incerte. E allora le motivazioni vanno ricercate al di là della cronaca, dentro l'analisi psicologica e le indagini a sfondo sociale e sociologico.
Certo è che la tecnologia e l'elettronica oggi stanno esercitando un fascino particolare. Quando non diventano una specie di guinzaglio, un controllo a distanza che limita la libertà. Sembra che ne abbia sentito un po' l'invadenza qualche studente di due Istituti di Cles, dove sono stati attivati dei microchip da applicare al libretto delle assenze, in modo da poter stabilire con certezza l'orario d'ingresso a scuola. Così per il professore diventa inutile l'appello e più facile comunicare con le famiglie, che altrimenti ignorerebbero le eventuali scappatelle del figlio. Quelle che si facevano anche una volta per il solo gusto di trasgredire, limitandosi a trascorrere qualche ora al bar o a passeggiare sulle rive dell'Adige. Quelle che incidevano sul voto di condotta che quando scendeva sotto il 9 faceva scattare le reazioni di mamma e papà, perché condotta voleva dire educazione, lealtà e rispetto. Ma se non ci sono le reazioni, anche il microchip diventa inutile.
 
sandra.tafner@gmail.com
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