U2 e Apple, la rivoluzione piace o no?

di Matteo Lunelli

Una doppia premessa è d’obbligo, giusto per mettere le cose in chiaro.
Punto 1. Considero gli U2 un gruppo fondamentale e riconosco che siano una delle cinque band più influenti del pianeta. Penso siano stati geniali fino a The Joshua Tree, buoni ma normali da quel punto in poi, con alcuni picchi verso l’alto e altri verso il basso.
Punto 2. Considero la Apple l’azienda più geniale del mondo. Amo i loro prodotti, ritengo che abbiano rappresentato e rappresentino il futuro più che il presente.

Detto questo (e a questo punto avrò metà lettori contro perché non mi piacciono più di tanto gli U2 e l’altra metà contro perché amo la Apple, quindi sto scrivendo giusto per amici e parenti), quello che è accaduto ieri sera a Cupertino è semplicemente pazzesco. Non ho voluto leggere recensioni dell’album (l’ho ascoltato distrattamente una volta), non ho voluto leggere le reazioni e i commenti per non farmi influenzare nel giudizio. Il problema è che un giudizio non riesco proprio a darlo.

Regalare a 500 milioni di persone (un miliardo di orecchie, per dirla alla Bono) un album è una cosa bella e positiva o no? Definirlo un marchettone è vero ma anche riduttivo. E non necessariamente un marchettone deve avere un’accezione negativa. Gli U2, come scrive Bono (qui), sono stati pagati dalla Apple e la Apple ha voluto fare un regalo ai suoi clienti. E, messa così, perché dovrebbe essere una cosa negativa? Gli artisti sono stati giustamente retribuiti e le persone si sono prese un regalo a sorpresa. Cosa c’è di male?

Inoltre, secondo voi, se l’album fosse uscito in maniera normaltradizionalcanonica (annuncio, pubblicità, singolo, apparizioni, cd/vinile nei negozi), non sarebbe stato scaricato (gratuitamente ma illegalmente) da milioni di persone? Diciamo che gli U2 hanno trovato il modo per farsi pagare la pirateria. E i fan degli U2 si ricordino di ringraziare la Apple del regalo, non gli U2.

Questa è una rivoluzione. Piaccia o meno, ma nulla sarà più come prima, la storia è stata riscritta e le regole del gioco sono cambiate. I Radiohead nel 2007 con In Rainbows avevano in qualche modo iniziato a cambiare le regole (fino alla pubblicazione nei negozi, era stato infatti possibile scaricare i brani esclusivamente dal sito della band, a un prezzo a libera scelta del compratore), ma appunto stiamo parlando di band come U2 e Radiohead. E di un’azienda come Apple.

Mi chiedo se la forma sia più importante della sostanza: è stato più importante come lanciare «Songs Of Innocence» o sono più importanti le undici canzoni? Ad oggi la prima. E’ più importante che i fan siano miliardi o che siano milioni ma “duri e puri”? Ad oggi la prima. E’ più importante fare marketing o fare arte? Ad oggi la prima.

A questo punto vi aspettereste una conclusione, una verità, una presa di posizione. Resterete delusi (tanto stanno leggendo solo amici e parenti), non ho ancora deciso. Ho solo deciso che continuerò a comprare la bella musica, che sia “sponsorizzata” o meno. Quindi ora vado a sentirmi l’album un po’ meglio.

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